Polidoro Vergilio
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Polidoro Vergilio .De gli inventori delle cose. Libri otto. Tradotti per Francesco Baldelli, con due tavole.
Brescia: per Domenico Gromi, 1680 In-4° (mm 215x154). Pagine [56], 383, [1]. Antiporta calcografica incisa da Isabella Piccini. Frontespizio impresso in rosso e nero, con vignetta xilografica. Iniziali ornate e finalini xilografici. Bell’esemplare, alcune bruniture e qualche alone. Leggera gora al margine esterno bianco delle ultime carte. Legatura coeva in pergamena semifloscia, al dorso liscio un’antica mano ha vergato il nome dell’autore; tracce di etichetta cartacea. Al piatto posteriore sono annotati alcuni numeri. Note di mano probabilmente settecentesca al contropiatto e alla carta di guardia anteriore. Tarda ristampa della versione italiana, curata da Francesco Baldello, dei De inventoribus rerum libri tres dell'urbinate Polidoro Vergilio, la cui prima edizione apparve nel 1499 a Venezia, presso la tipografia di Cristoforo Pensi. Già censurata dai teologi della Sorbona, la compilazione enciclopedica fu condannata dalla Chiesa romana nel 1559 e posta all'indice. Ne fu poi permessa l'edizione espurgata, data alle stampe a Roma nel 1576. Nella sua versione italiana, apparsa per la prima volta nel 1587, Baldelli dichiara di essersi attenuto a quanto stabilito dalla Congregazione dell'Indice. L. Perini, Disavventure censorie di stampatori cinquecenteschi, in La censura libraria nell'Europa del secolo XVI, a cura di U. Rozzo, Udine 1997, pp. 207-216. (1)
Brescia: per Domenico Gromi, 1680 In-4° (mm 215x154). Pagine [56], 383, [1]. Antiporta calcografica incisa da Isabella Piccini. Frontespizio impresso in rosso e nero, con vignetta xilografica. Iniziali ornate e finalini xilografici. Bell’esemplare, alcune bruniture e qualche alone. Leggera gora al margine esterno bianco delle ultime carte. Legatura coeva in pergamena semifloscia, al dorso liscio un’antica mano ha vergato il nome dell’autore; tracce di etichetta cartacea. Al piatto posteriore sono annotati alcuni numeri. Note di mano probabilmente settecentesca al contropiatto e alla carta di guardia anteriore. Tarda ristampa della versione italiana, curata da Francesco Baldello, dei De inventoribus rerum libri tres dell'urbinate Polidoro Vergilio, la cui prima edizione apparve nel 1499 a Venezia, presso la tipografia di Cristoforo Pensi. Già censurata dai teologi della Sorbona, la compilazione enciclopedica fu condannata dalla Chiesa romana nel 1559 e posta all'indice. Ne fu poi permessa l'edizione espurgata, data alle stampe a Roma nel 1576. Nella sua versione italiana, apparsa per la prima volta nel 1587, Baldelli dichiara di essersi attenuto a quanto stabilito dalla Congregazione dell'Indice. L. Perini, Disavventure censorie di stampatori cinquecenteschi, in La censura libraria nell'Europa del secolo XVI, a cura di U. Rozzo, Udine 1997, pp. 207-216. (1)
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