Il mercato dell’arte in Italia: 90 anni di Pandolfini

Alberto Burri, Bianco Nero, 1952, olio, stoffa e corda su tela, cm 50×80, stima €1.000.000-1.500.000. Courtesy Pandolfini
FIRENZE, Italia – La casa d’aste fiorentina Pandolfini festeggia 90 anni di attività con tre appuntamenti all’asta d’eccezione che si terranno il 28 ottobre. La prima vendita sarà dedicata ad una serie di importanti maioliche rinascimentali (ore 17); seguirà un’asta preparata nel corso di un anno intero composta da 34 lotti selezionati da ogni singolo dipartimento della casa d’aste (ore 19); infine sarà messo in vendita un capolavoro di James Tissot.
La storia di Pandolfini comincia nel 1924 quando Luigi Pandolfini, che possedeva un negozio di mobili a Firenze, iniziò ad organizzare saltuariamente delle vendite all’asta. Tale attività, portata avanti da Luigi Pandolfini insieme al figlio Cirano e al nipote Sergio, si sviluppò con gli anni tanto che già alla fine degli anni Trenta si tenne la prima asta rilevante con oggetti di grande valore artistico: quella della collezione di Villa Marten a Settignano. Dopo il secondo conflitto mondiale le aste rappresentavano il modo più veloce per la popolazione era stremata dalla guerra per realizzare guadagni dalla vendita di oggetti di famiglia risparmiati dai bombardamenti. Proprio nel dopoguerra, più precisamente nel 1954, la casa d’aste si trasferì in quella che tuttora è la sua sede, Palazzo Ramirez Montalvo di Borgo degli Albizi puntando ad offrire oggetti sempre più selezionati per garantire prestigio e valore artistico. Per ogni asta venivano anche stampati cataloghi con ampie descrizioni su qualità e provenienza dell’opera.
Pandolfini è così cresciuta aggiudicandosi vendite di importanti eredità e collezionisti private. Per esempio, tra le aste storiche c’è stata quella degli arredamenti di Villa Papiniano a San Domenico di Fiesole e del “Tasso” all’Isola d’Elba nel 1972; entrambe erano parte dall’eredità di Mr. Hugh Sartorius Withaker, uno straniero che si era stabilito in Toscana negli anni Cinquanta e aveva raccolto opere d’arte e arredi di valore. Un’altra tappa storica è stata la dispersione dei beni provenienti dall’eredità della Contessa Margit Berchtold. In questo caso, oltre ai tradizionali settori trattati da Pandolfini e cioè mobili antichi e dipinti, si aggiunsero opere d’arte moderna e oggetti cinesi, indiani e nepalesi in corallo e pietre dure. Proprio negli anni 70 Pandolfini espanse il proprio campo di attività dedicandosi a ceramiche, terrecotte e porcellane.
Negli anni 80 – anni febbrili per il mercato dell’arte – Pandolfini ampliò ulteriormente i settori di attività; tra le vendite eccezionali di questi anni si ricordano la dispersione degli arredi della villa Querceto di Firenze e della tenuta di Vigarano Mainarda di Ferrara, appartenenti all’eredità del Marchese Uberto Strozzi Sacrati nel 1983-84, e quella dei beni appartenenti alla Contessa Tamara De Larderel, nata Rucellai nel 1984-85.
Anche negli anni 90 il mercato è rimasto competitivo ma Pandolfini è riuscita ad aggiudicarsi le vendite di collezioni come quelle della famiglia Antinori Buturlin, di Dino Gavina, la Collezione Liverani, gli arredi della Villa Medicea di Lappeggi e gli arredi del Palazzo della Gherardesca a Firenze. Inoltre si ricorda l’asta Antonio, Fosco e Grato Maraini e la vendita di dipinti, arredi ed oggetti provenienti dalla casa torinese di Carlo Fruttero.
Oggi Pandolfini conta sedi a Firenze, Roma e Milano e quasi trenta collaboratori. Tiene circa venti aste all’anno in tutti i settori del mercato, dall’arte antica ai vini pregiati. L’asta del 28 ottobre includerà pezzi eccezionali tra cui un altorilievo di Lorenzo Ghiberti e bottega rappresentante la Madonna col bambino protetto dal manto del 1420 circa, stimato 60.000-80.000 euro e un dipinto di Giovan Battista Spinelli, “David con la testa di Golia”, stimato 120.000-150.000 euro tra le opere dei maestri antichi. Tra le opere dell’Ottocento ci sarà un bronzo di Medardo Rosso,”Aetas Aurea”, stimato 50.000-80.000 euro; mentre tra le opere contemporanee ci sarà un’importante opera di Alberto Burri, “Bianco Nero” del 1952, stimato 1-1,5 milioni di euro. Tra i gioielli ci sarà un’eccezionale collana di Cartier in platino, oro bianco e diamanti stimata 250.000-300.000 euro.
Un catalogo a parte, come dicevamo, è dedicato al dipinto del pittore francese anglofilo James Tissot “I Rivali”, stimato 600.000-1.000.000 euro. Nell’opera, che è appartenuta a Paolo Ingegnoli, importante collezionista italiano dell’Ottocento, Tissot rappresentò la sua amata, Kathleen Newton, circondata da ammiratori all’interno dell’impressionante giardino d’inverno pieno di piante esotiche che egli fece costruire accanto al suo studio di Londra. Tissot fu, infatti, un ritrattista di grande successo presso i ricchi collezionisti inglesi grazie alla sua capacità di ritrarre fedelmente i suoi modelli e di scegliere pose e ambientazioni, ma anche di comprendere il mercato e le tipologie di ritratti che potevano attrarre clienti diversi. Solo tre anni dopo la realizzazione dell’opera Kathleen Newton morì di tubercolosi, l’artista vendette la casa, abbandonò Londra e tornò per sempre a Parigi.
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Alberto Burri, Bianco Nero, 1952, olio, stoffa e corda su tela, cm 50×80, stima €1.000.000-1.500.000. Courtesy Pandolfini

Cartier, Collana in platino, oro bianco e diamanti, stima €250.000-300.000. Courtesy Pandolfini

Lorenzo Ghiberti e bottega, Madonna col bambino protetto dal manto, 1420 ca., altorilievo, cm 71x56x20, stima €60.000-80.000. Courtesy Pandolfini

Medardo Rosso, Aetas Aurea, 1886-1889, bronzo patinato, altezza cm 40,2, stima €50.000-80.000. Courtesy Pandolfini

James (Jacques Joseph) Tissot, Rivali, 1878-79, olio su tela, cm 92×68, stima €600.000-1.000.000. Courtesy Pandolfini