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Description
(Savona, 1668 - Napoli, 1746)
San Giuseppe
Olio su tela, cm 74X59
Fratello minore di Bartolomeo, Domenico fu un artista di talento, altresì creatore di eleganti nature morte e scene mitologiche. L'apprendistato si presume avvenuto nella bottega paterna e il suo catalogo ha solo di recente goduto di studi filologici adeguati. Infatti, sovente gli venivano attribuite opere di bottega o di bassa qualità, mentre quelle migliori erano sistematicamente riferite a Bartolomeo. Si presume che anch'esso affrontò un viaggio di studio in Emilia acquisendo le suggestioni del Correggio, del Parmigianino e di Lanfranco, secondo un percorso formativo che accomuna moltissimi maestri genovesi dell'età barocca, come Giovanni Carlone, Valerio Castello, Giovanni Battista Merano e Domenico Piola. È comunque indubbio che con gli anni Ottanta Guidobono si trovi a Torino insieme al fratello e nella capitale sabauda lavorò a più riprese sino alla morte, mentre proseguono le committenze genovesi. La tela in esame si può accostare al momento in cui Bartolomeo e Domenico eseguono la Visitazione di Collegno, che si data entro il 1710 e dove il ruolo dell'autore appare preponderante.
Bibliografia di riferimento:
R. Soprani, G.C. Ratti, Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, II, Genova 1797, pp. 145
A. M. De Leonardis, La Certosa reale di Torino a Collegno e luoghi di devozione per la città, Torino 1998, ad vocem
M. Newcome Schleier, Bartolomeo e Domenico Guidobono, Torino 2002, ad vocem
San Giuseppe
Olio su tela, cm 74X59
Fratello minore di Bartolomeo, Domenico fu un artista di talento, altresì creatore di eleganti nature morte e scene mitologiche. L'apprendistato si presume avvenuto nella bottega paterna e il suo catalogo ha solo di recente goduto di studi filologici adeguati. Infatti, sovente gli venivano attribuite opere di bottega o di bassa qualità, mentre quelle migliori erano sistematicamente riferite a Bartolomeo. Si presume che anch'esso affrontò un viaggio di studio in Emilia acquisendo le suggestioni del Correggio, del Parmigianino e di Lanfranco, secondo un percorso formativo che accomuna moltissimi maestri genovesi dell'età barocca, come Giovanni Carlone, Valerio Castello, Giovanni Battista Merano e Domenico Piola. È comunque indubbio che con gli anni Ottanta Guidobono si trovi a Torino insieme al fratello e nella capitale sabauda lavorò a più riprese sino alla morte, mentre proseguono le committenze genovesi. La tela in esame si può accostare al momento in cui Bartolomeo e Domenico eseguono la Visitazione di Collegno, che si data entro il 1710 e dove il ruolo dell'autore appare preponderante.
Bibliografia di riferimento:
R. Soprani, G.C. Ratti, Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, II, Genova 1797, pp. 145
A. M. De Leonardis, La Certosa reale di Torino a Collegno e luoghi di devozione per la città, Torino 1998, ad vocem
M. Newcome Schleier, Bartolomeo e Domenico Guidobono, Torino 2002, ad vocem
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DOMENICO GUIDOBONO
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