Luigi Crespi (Bologna 1708 - 1779)
Putti che giocano con corone di fiori in un paesaggio bucolico
Olio su tela
74 x 174 cm

Si ringrazia il professore Michele Danieli per aver confermato l'attribuzione a Luigi Crespi.
L'opera è corredata da uno studio del professore Roberto Longhi, disponibile su richiesta via email, che attribuisce l'opera a Giuseppe Maria Crespi.

L’opera in esame è da ritenersi un capolavoro di Luigi Crespi: per il medesimo motivo è da escludere l’intervento parziale del padre, Giuseppe Maria Crespi, giustificando così l'esistenza di due correnti attributive. Infatti, nella bottega crespiana, finché il padre ha potuto operare, le composizioni di Antonio e Luigi partivano da idee di Giuseppe Maria, che ne delineava i contorni e ne rivedeva la stesura pittorica. Luigi, nel fare pittorico della sua prima fase, è prossimo allo stile paterno, tant’è che molte opere sono difficilmente distinguibili dai critici; dato significativo che segna l’importanza di Luigi in seno alla bottega paterna e nel contesto bolognese del tempo. Sembra infatti che anche l'Angelo annunciante, donato da Giuseppe Maria all'oratorio di S. Maria della Maddalena, di Bologna, nel 1741, sia opera di Luigi, mentre del padre è sicuramente il pendant raffigurante l'Annunciata. Una situazione che si ripresenta nel Ritratto di architetto della Pinacoteca Nazionale di Bologna, dalla sottile caratterizzazione psicologica, firmato da Luigi ma che alcune fonti dichiarano opera di collaborazione con il padre. Luigi Crespi è ricordato come superbo ritrattista, soprattutto per la capacità di rendere la frivola società del suo tempo; la sua ritrattistica, sebbene sia più elegante e meno caustica, per certi versi può essere paragonata a quella di Pietro Longhi. Ha viaggiato e dipinto anche a Venezia, Trieste, Vienna e Dresda.


Luigi Crespi (Bologna 1708 - 1779)
Putti Playing With Flower Crowns in a Bucolic Landscape
Oil on canvas
74 x 174 cm

We thank Professor Michele Danieli for confirming the attribution to Luigi Crespi.
The artwork is accompanied by a study by Professor Roberto Longhi, available upon request via email, which attributes the artwork to Giuseppe Maria Crespi.