Venezia 1560 – 1635. Ritratto di condottiero in armatura, Olio su tela, cm 147x112. Il dipinto in questione raffigura il virile Ritratto di un condottiero ovvero l'effigie monumentale di un guerriero in armatura da parata (forse un ammiraglio), che regge nella mano destra il bastone del comando, mentre sopra al tavolo al suo fianco, ricoperto da un drappo rosso, è appoggiato il cimiero decorato da vistosi pennacchi.Per quanto concerne i caratteri stilistici di questo interessante dipinto, si evidenzia immediatamente l'opera di un pittore di scuola veneziana che fu attivo tra il XVI e il XVII secolo, un artista i cui punti di riferimento furono i grandi maestri della tradizione lagunare come Tiziano e, soprattutto, Jacopo Tintoretto, ma che oltre a ciò esplicita una contaminazione del suo lessico figurativo evidenziando cadenze derivate dalla conoscenza delle opere dei pittori oltremontani attivi in laguna: in primis Ludovico Toeput (detto Pozzoserrato) e Paolo Fiammingo. E' evidente che l'autore dell'opera ha trovato nell'affascinante soggetto guerresco l'opportunità di eseguire un interessante studio di figura ispirato all'analoga produzione ritrattistica di Tiziano e Jacopo Tintoretto: la cromia calda e avvolgente degli incarnati e la rotondità ben tornita delle componenti dell'armatura, testimoniano per l'appunto l'operato di un maestro prossimo ai modi del Tintoretto, mentre il confronto con la produzione pittorica del figlio e aiutante di Jacopo, Domenico Tintoretto, consente di riconoscere in questo maestro l'autore della nostra tela. Sono dunque tangibili le analogie fra questo Ritratto di condottiero in armatura ed altri brani ritrattistici eseguiti da Domenico: basti il confronto, ad esempio, con i volti dei Confratelli della Scuola dei Mercanti (Venezia, Galleria dell'Accademia), o con quelli raffigurati nella pala con i Confratelli inginocchiati della Scuola di San Giovanni Evangelista che assistono alla Crocifissione (Venezia, Scuola di San Giovanni Evangelista), ovvero con le composizioni dell'estrema pienezza di gusto di Domenico come la Maddalena orante (Escorial, Nuevos Museos). Tutti questi dipinti manifestano palesi analogie stilistiche con il nostro ritratto, ossia una temperie visionaria eppure austera, una stesura libera animata da colori quasi fosforescenti, ed un'arguzia figurativa non priva di godibili notazioni di costume: peculiarità pittoriche tipiche delle opere prodotte da Domenico Tintoretto negli anni più fecondi della sua carriera artistica.Si ringrazia il prof. Emilio Negro per aver suggerito l'attribuzione