Skip to content
Immagine cortesia del Comune di Milano

Il mercato dell’arte in Italia: La scoperta di Caravaggio a Milano

Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano

Fino a pochi giorni fa erano in pochi a conoscere il Fondo Peterzano, un archivio di 1.378 disegni del pittore lombardo Simone Peterzano e della sua bottega, conservato nel gabinetto di disegni del Castello Sforzesco di Milano e proprietà del Comune di Milano. Ma quasi tutti conoscono Caravaggio, il genio ribelle della pittura italiana, vissuto tra la fine del sedicesimo e l’inizio del diciassettesimo secolo, noto per la sua capacità di scolpire le figure sulla tela tramite un uso drammatico di luci e ombre. E così il Fondo Peterzano è stato catapultato al centro dell’attenzione internazionale dopo che due studiosi di nome Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli hanno dichiarato di aver trovato tra le opere del fondo 100 disegni di Caravaggio.

La supposta scoperta ha immediatamente sollevato un’accesa disputa sulla veridicità dell’attribuzione. Le polemiche sono state sollevate anche dal modo in cui la notizia è stata rivelata: l’agenzia di stampa ANSA l’ha pubblicata in esclusiva, mentre due e-book sulla ricerca erano già pronti per essere venduti su Amazon. Poche ore dopo l’annuncio, gli e-book erano esauriti e Amazon è andato in tilt. Nel frattempo il sito di e-commerce ha ritirato il libro controverso.

A quanto pare Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli hanno trascorso due anni a cercare tracce della presenza del Caravaggio a Milano, città in cui è nato e in cui si è formato come pittore tra il 1584 e il 1588, proprio presso Simone Peterzano. I due storici dell’arte hanno individuato la sua mano in questo gruppo di disegni e sostengono che tali studi giovanili siano riconoscibili in opere più tarde realizzate a Roma, come “Cena a Emmaus”, dipinto nel 1606.

I due studiosi hanno fornito anche una stima del valore del loro ritrovamento: 700 milioni di euro. Il Comune di Milano ha annunciato che procederà ad investigare i metodi di ricerca dei due autori. Una commissione formata da direttori di musei e professori universitari come Maria Teresa Fiorio, Giulio Bora, Claudio Salsi e Francesca Rossi si sono incontrati, insieme all’Assessore alla Cultura Stefano Boeri, per discutere la scoperta. La commissione di esperti non ha preso una posizione definitiva e ha annunciato una giornata studio con una mostra che si terrà dopo l’estate.

Le reazioni degli esperti di Caravaggio e della comunità artistica, tuttavia, sono molto scettiche. La maggior parte delle opinioni riportate dai giornali contestano l’attribuzione.

I disegni erano già noti alla comunità degli storici dell’arte. Studiosi come Mina Gregori, che è considerata un’autorità internazionale su Caravaggio, aveva già studiato il fondo e non aveva riconosciuto in esso la mano del maestro. Anche Rossella Vodret, Soprintendente del Polo Museale Romano e Francesca Cappelletti, un’altra esperta di Caravaggio, hanno espresso scetticismo. L’attuale responsabile delle Raccolte Artistiche del Castello, Francesca Rossi, ha affermato che Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli non sono mai andati di persona ad analizzare i disegni, hanno compiuto i loro studi su riproduzioni fotografiche in bianco e nero. I due studiosi hanno risposto che sono stati nell’archivio “fuori orario”, grazie ad un ufficiale di alto livello di cui non hanno voluto rivelare il nome.

Gianni Papi, un altro noto esperto di Caravaggio, ha sottolineato che non è possibile attribuire un disegno a Caravaggio, perché non esistono disegni ufficialmente riconosciuti come suoi. Manca l’elemento di confronto. Alcuni hanno dubitato che Caravaggio abbia mai disegnato. Inoltre è difficile credere che Caravaggio abbia dipinto in età matura gli stessi modelli che aveva disegnato nei suoi primi anni di studio. O è anche possibile che si sia ricordato di alcune figure che aveva visto nei disegni del suo maestro.

La sola cosa certa è che il nome di Caravaggio è in grado di muovere le masse e questo è probabilmente il motivo per cui regolarmente ci sono tentativi di attribuirgli opere riscoperte.

Proprio un anno fa la storica dell’arte Silvia Danesi Squarzina affermava di aver trovato in una collezione privata spagnola un ritratto di Sant’Agostino commissionato a Caravaggio dal banchiere aristocratico e collezionista d’arte Vincenzo Giustiniani. Nel 2010, esattamente durante le celebrazioni per i 400 anni dalla scomparsa di Caravaggio, un altro supposto dipinto del maestro italiano è stato ritrovato a Roma, il Martirio di San Lorenzo.

A prescindere dalla veridicità o meno delle attribuzioni, queste rivelazioni alimentano un approccio sensazionalistico alla storia dell’arte, già abbastanza bistrattata, e fanno un torto ai metodi scientifici usati dagli storici dell’arte.

#   #   #

Note sull’autore:

Silvia Anna Barrilà è una giornalista italiana specializzata sul mercato dell’arte. Collabora regolarmente con Il Sole 24 ORE. Inoltre scrive di arte, design, lifestyle e società per varie riviste italiane e internazionali tra cui ICON (Mondadori) e DAMn Magazine. Vive tra Milano e Berlino.


ADDITIONAL IMAGES OF NOTE


Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano
Immagine cortesia del Comune di Milano