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Mario Schifano, Senza titolo, fotografia ridipinta, 10 x 15 cm, 1985-1995. Courtesy Giorni Felici a Casa Testori, 20 ARTISTI per 20 ARTISTI.

Il mercato dell’arte in Italia: Generazioni di artisti a confronto

Mario Schifano, Senza titolo, fotografia ridipinta, 10 x 15 cm, 1985-1995. Courtesy Giorni Felici a Casa Testori, 20 ARTISTI per 20 ARTISTI.
Mario Schifano, Senza titolo, fotografia ridipinta, 10 x 15 cm, 1985-1995. Courtesy Giorni Felici a Casa Testori, 20 ARTISTI per 20 ARTISTI.

Generazioni di artisti a confronto a Milano in due mostre che hanno inaugurato la scorsa settimana. Una è “Giorni felici a Casa Testori”, una rassegna annuale, giunta alla quarta edizione, che ha luogo all’interno di quella che era la casa dello scrittore e storico dell’arte Giovanni Testori (1923-1993). Quest’anno la manifestazione introduce una nuova formula: 20 artisti hanno proposto altrettanti artisti per mostrare le loro opere nelle 20 case di Casa Testori. E le scelte non sono ricadute solamente sugli artisti giovani ed emergenti. Ci sono anche i maestri che li hanno ispirati e nomi più affermati. Il risultato è un mix colorato di generazioni, generi, tecniche e nazionalità.

Per esempio, Andrea Mastrovito, un artista nato nel 1978 che è stato premiato alla scorsa edizione della mostra e che ora è stato chiamato a nominare un artista per questa edizione, ha proposto Mario Schifano (1934-1998), uno dei più importanti artisti dell’arte italiana del Dopoguerra. La serie di Schifano presentata qui è un’opera inedita. Si tratta di una collezione di 700 fotografie di una televisione accesa che proviene dall’archivio dello storico gallerista e collezionista Emilio Mazzoli. La serie è stata realizzata tra il 1985 e il 1995, un periodo in cui Schifano non usciva di casa e la TV era il canale di comunicazione con il mondo esterno. Profondamente affascinato da tutti i new media, Schifano era solito scattare fotografie della televisione e poi dipingerci sopra. Emilio Mazzoli spiega che era una sorta di rosario per l’artista.

Un altro nome eccellente è quello di Angelo Mangiarotti, architetto, designer e urbanista scomparso lo scorso giugno. Mangiarotti è rappresentato da una serie di disegni di uno stadio che non è stato realizzato, ma già anticipa lo Stadio Nazionale di Pechino, il cosiddetto “Nido d’uccello”.

Accanto a questi maestri ci sono molti artisti giovani in mostra. Tra di essi anche vari artisti internazionali che vivono e lavorano in Italia, come il fotografo finlandese Giovanni Hänninen (1976). La serie di fotografie presentate da Hänninen – che in realtà è un ingegnere aerospaziale – è chiamata “cittàinattesa”. Raccoglie una serie di 26 edifici abbandonati e dimenticati di Milano che sembrano aver perso la loro funzione e stano aspettando una nuova missione, poiché sono ancora vivi nel tessuto urbano. Hänninen è stato proposto da un importante fotografo italiano come Gabriele Basilico.

Tutte le opere in mostra sono anche in vendita a prezzi meno cari rispetto a quelli di una galleria.

La seconda mostra, che ha luogo alla Galleria d’Arte Moderna, è intitolata “Fuoriclasse” ed è stata inaugurata il 6 ottobre in occasione dell’ottava Giornata del Contemporaneo. Raccoglie 60 artisti e tre generazioni; tra il più giovane e il più vecchio ci sono 25 anni. Certamente differiscono anche per stile e approccio. Ciò che hanno in comune è che tutti hanno frequentato i corsi di Alberto Garutti, un artista (nato nel 1948) che è famoso come insegnante a Milano e Venezia ma anche per le sue opere nello spazio pubblico. Questa mostra, curata da Luca Cerizza, anticipa una personale del maestro stesso che si terrà a novembre nell’adiacente Padiglione d’arte contemporanea.

“La particolarità dell’insegnamento di Alberto Garutti”, dichiara il curatore della mostra Luca Cerizza, “risiede nella capacità di creare e agevolare, all’interno dell’aula, situazioni di confronto e di discussione, anche serrata, tra sé e i giovani artisti, e tra loro e il mondo. Non l’insegnamento di una tecnica, di uno “stile” o di una teoria, bensì la creazione di un “clima” favorevole allo sviluppo delle singole identità. Per questo, nonostante si possano individuare alcuni caratteri e disposizioni che ritornano anche tra generazioni diverse, i corsi di Garutti non hanno prodotto repliche o variazioni di uno stile. Semmai una costellazione di posizioni molto diverse tra loro e dallo stesso Garutti, che questa mostra aiuterà a conoscere”.

Nonostante ciò la mostra non vuol essere una semplice sintesi di una straordinaria esperienza educativa. È un’importante panoramica del lavoro di artisti che si sono formati in Italia negli ultimi due decenni, dal 1990 a oggi.

E inoltre i lavori sono messi in dialogo con le opere della collezione della Galleria, che copre tutto l’Ottocento. Petrit Halilaj, per esempio, un artista del Kosovo (nato nel 1986) che vive tra Milano e Berlino, è in mostra nella stessa sala che ospita Giovanni Segantini (1858-1899), il grande maestro della pittura divisionista. Halilaj presenta tre sculture in tensione tra la forma arcaica e futuristica, tra la scultura e la pittura. Le opere di Davide Stucchi (1988), invece, sono esposte nella stessa teca dello scultore post-impressionista Medardo Rosso (1858-1928), ma si riferiscono direttamente allo scultore minimalista John McCracken, costruendo una rete di riferimenti tra la scultura astratta e figurativa. La scultura minimalista è anche alla base dell’opera di Lara Favaretto, che ha compresso una miriade di coriandoli in un cubo quasi perfetto.

 


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Mario Schifano, Senza titolo, fotografia ridipinta, 10 x 15 cm, 1985-1995. Courtesy Giorni Felici a Casa Testori, 20 ARTISTI per 20 ARTISTI.
Mario Schifano, Senza titolo, fotografia ridipinta, 10 x 15 cm, 1985-1995. Courtesy Giorni Felici a Casa Testori, 20 ARTISTI per 20 ARTISTI.
Petrit Halilaj, Can we do something together, just this and then free forever (White), 2011, metallo, legno, vetro, pigmento colorato, cm 260x100x70. Courtesy Fuoriclasse | 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti.
Petrit Halilaj, Can we do something together, just this and then free forever (White), 2011, metallo, legno, vetro, pigmento colorato, cm 260x100x70. Courtesy Fuoriclasse | 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti.