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Giuseppe Uncini, ‘Senza titolo,’ 1958, argilla su cartone, 23 x 31 cm. Courtesy Cardi Gallery

Il mercato dell’arte in Italia: Giuseppe Uncini

MILANO, Italia – Negli ultimi mesi il mercato dell’artista italiano Giuseppe Uncini, nato nel 1929 a Fabriano e scomparso nel 2008 a Trevi, sta vivendo un momento positivo dopo anni di andamento altalenante.

“Il lavoro di Uncini non è di facile apprezzamento rispetto alla più classica pittura o scultura e ciò lo ha penalizzato” spiega la curatrice Annamaria Maggi. “L’importanza della sua figura deriva dall’aver preso parte ad una rivoluzione del linguaggio artistico che si è totalmente spogliato delle contaminazioni dell’ultimo Informale e che ha messo in scena un linguaggio nuovo, innovativo e radicale, utilizzando i mezzi e i materiali del costruire: il cemento e il ferro”.

Nella pratica artistica di Uncini è fondamentale l’idea del costruire. L’artista osserva i processi di costruzione e li applica alle sue sculture che rivelano tali processi costruttivi sulla loro superficie e attraverso elementi strutturali lasciati a vista.

Dopo un inizio difficile, il mercato di Uncini dagli anni 90 ha vissuto un forte incremento di interesse e di valori. Fino al 2008, anno della sua scomparsa, il collezionismo ha dimostrato grande attenzione nei confronti di Uncini e sono state raggiunte ottime quotazioni. Dal 2008 fino a qualche mese fa, invece, si è verificato un calo dell’interesse con poca richiesta e molti invenduti alle aste. Ma ora sembra che, nella tendenza diffusa di riscoperta e rivalutazione dei maestri Italiani degli anni 60, anche Uncini stia godendo di tale trend positivo.

“I prezzi sono in costante e rapida e ascesa e ottime sono le ultime aggiudicazioni alle aste” dice Annamaria Maggi. “La sua produzione è molto ampia e quindi le sue quotazioni a seconda dell’anno, del supporto e della serie”.

Le opere più richieste sono i “Cementarmati”, cioè opere realizzate con ferro, cemento e rete metallica che rivelano la ricerca geometrico-spaziale dell’artista e rappresentano la sua produzione iniziale, dal 1958-59 al 1963. Sono queste le opere che hanno segnato i più recenti record d’asta: 295.800 euro da Dorotheum a Vienna lo scorso novembre; 183.750 euro da Il Ponte a Milano a dicembre; e 127.500 euro da Sotheby’s a Milano a maggio.

“Nonostante l’attuale felice congiuntura di mercato, Uncini rimane un artista molto sottovalutato” spiega Annamaria Maggi, “soprattutto per alcune serie della sua produzione come le ‘Ombre’, opere dal linguaggio estremamente innovativo e radicale, in anticipo rispetto alle proposte del Minimalismo, che il mercato ancora non valorizza”.

Si tratta di opere realizzate tra il 1972 e il 1978 nelle quali la massiccia presenza architettonica dei volumi dialoga con la loro ombra, che pure si fa scultorea. Il mercato di Uncini, inoltre, non è ancora sviluppato a livello mondiale, benché lo sia già a livello europeo.

Dal 28 aprile al 15 settembre, Cardi Gallery di Milano dedica a Giuseppe Uncini una mostra curata da Annamaria Maggi la cui intenzione è quella di presentare un excursus, seppur sintetico, di tutta la produzione dell’artista, dalle prime opere, i “Cementarmati”, fino ai più recenti “Artifici”. La mostra coincide con un momento importante per la città di Milano come Expo, l’esposizione universale (1 maggio-31 ottobre). “La decisione di presentare Uncini durante Expo Milano 2015 è la sua italianità” spiega Annamaria Maggi “e il suo alto valore storico e culturale, tutto da riscoprire e valorizzare. Un omaggio a un grande artista scomparso, uno dei maggiori scultori italiani”.

Sylvia-AnnaBarrilaBoilerplateITALIAN