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Il mercato dell’arte in Italia: Il design italiano all’asta in Francia

Gio Ponti, Paire de chauffeuses, teak e tessuto, provenienza: transatlantico Augustus, 1950, cm 74 x 72 x 70,5, €20.000-€30.000, foto: PIASA rive gauche.
Gio Ponti, Paire de chauffeuses, teak e tessuto, provenienza: transatlantico Augustus, 1950, cm 74 x 72 x 70,5, €20.000-€30.000, foto: PIASA rive gauche.

PARIS – La casa d’aste parigina Piasa celebra il design italiano con due aste che si terranno il primo di ottobre. La prima (alle ore 18) è una vendita che raccoglie 195 oggetti di varia provenienza, tutti da collezioni europee, con stime che vanno da €500 a €40.000. La stima complessiva è pari a €1milione. È già la seconda asta che la casa francese dedica al design italiano. “L’interesse nei confronti del design italiano continua a crescere”, spiega Cédric Morisset, capo del dipartimento. E aggiunge: “È più vario in quanto a stili e materiali rispetto al design scandinavo. A volte, anche più espressivo”.

I periodi più richiesti sono gli anni 50-60 ma anche il decennio degli anni 70. Tra i nomi più ricercati ci sono quelli di Giò Ponti, Pietro Chiesa, Osvaldo Borsani, BBPR, Ico Parisi e Piero Fornasetti.

Tra gli highlight della vendita ci sono un gruppo di mobili disegnati da Giò Ponti per il transatlantico Augustus, inaugurato nel 1952 e smontato nel porto di Alang in India nel 2010-2011. Tra il 1948 e il 1953 Giò Ponti ha, infatti, progettato arredamenti per diverse navi da crociera. In questo caso si è occupato della progettazione di mobili per diversi ambienti di prima e seconda classe e per i ristoranti, prodotti da Cassina, per esempio le poltrone dei lotti 115-116 (stima €20.000-€30.000).

Inoltre ci sarà una selezione di pezzi degli anni 70 della grand dame del design, Gabriella Crespi. Nata nel 1922, Gabriella Crespi si è formata al Politecnico di Milano negli anni 50. Negli anni 60-70 ha disegnato circa 1.500 oggetti per clienti come la Principessa Grace di Monaco, Elizabeth Arden, Günther Sachs e lo Scià di Persia. Ha incarnato quello spirito “bohémien-chic” degli anni 70 che rende i suoi oggetti oggi ricercatissimi. Alcuni pezzi iconici verranno offerti da Piasa, tra questi un tavolo a ninfea (lotto 265, stima €18.000-€25.000), un tipico tavolo di bambù con sei sedie (lotto 263 e 264, entrambi stimati €4.000-€6.000) e la famosa lampada-obelisco (lotto 261, €1.800-€2.500).

E poi ci sarà un omaggio a Max Ingrand (1908-1969), direttore artistico di Fontana Arte per 13 anni a partire dal 1954, con una selezione di rari oggetti in vetro tra cui il lampadario “Modèle 2258” (lotto 133, stima €20.000-€30.000).

La seconda asta di Piasa (alle ore 19) è, invece, un omaggio a Guido e Bruno Gambone, due dei ceramisti italiani più importanti del XX secolo, i cui oggetti sono conservati in molte collezioni interessanti in Europa e negli Stati Uniti. Sul mercato si trovano principalmente in Italia. In questa occasione vengono presentati 109 oggetti con stime tra €500 e €20.000, tutti con provenienza eccellente poiché si tratta dell’archivio dei Gamboni stessi. La stima complessiva è pari a €250.000.

Guido Gambone (1909-1969) si è formato a Vietri sul Mare, in Campania, nel cosiddetto periodo tedesco della ceramica, cioè in quel momento tra gli anni 20 e la seconda guerra mondiale in cui a Vietri lavoravano diversi maestri tedeschi, che seppero unire i temi e i colori locali con le novità artistiche europee, rinnovando profondamente la produzione della ceramica. Gambone è stato influenzato da questo vento innovativo ma ha condotto una ricerca indipendente. Dopo un primo soggiorno a Firenze negli anni 30, nel 1950 si è trasferito nel capoluogo toscano. All’epoca la ceramica in Italia viveva un periodi di straordinaria creatività.

A Firenze ha frequentato i grandi maestri come Marcello Fantoni, Arnaldo Miniati e Ugo Lucerni ed è diventato lui stesso una personalità riconosciuta a livello internazionale.

Tra gli oggetti in vendita da Piasa ci sono alcuni lavori di grandi dimensioni molto rari che sono stati esposti nel 1957 alla Triennale di Milano. Si tratta dei lotti 24 (stima €10.000-€15.000), 29 (stima €12.000-€18.000) e 34 (stima €15.000-€20.000).

Bruno Gambone (nato nel 1936) è il figlio di Guido. All’età di 14 anni si è avvicinato alla ceramica e si è formato presso lo studio del padre. Dopo questo periodo iniziale, tra la fine degli anni 50 e 60, si è interessato ad altri settori, come la progettazione grafica, la pittura, la scultura, il teatro e la scenografia, accumulando esperienze in Italia e all’estero, in particolare a New York dove è entrato in contatto con personalità come Rauschenberg, Warhol e Lichtenstein. Rientrato in Italia ha frequentato artisti come Castellani, Fontana e Bonalumi. Nel 1969, alla morte del padre, ne ha ereditato il laboratorio ed è così ritornato alla ceramica. La sua produzione è molto ampia e sperimentale e riflette la sua esperienza nella pittura e scultura.


ADDITIONAL IMAGES OF NOTE


Guido Gambone, vaso, ceramica, pezzo unico, 1954, dall'archivio di Guido Gambone (nr. M355), cm 76 x 70 x 50, €10.000-€15.000, foto: Copyright PIASA.
Guido Gambone, vaso, ceramica, pezzo unico, 1954, dall’archivio di Guido Gambone (nr. M355), cm 76 x 70 x 50, €10.000-€15.000, foto: Copyright PIASA.
Guido Gambone, vaso, ceramica, pezzo unico, 1954, dall'archivio di Guido Gambone (nr. M355), cm 76 x 70 x 50, €10.000-€15.000, foto: Copyright PIASA.
Guido Gambone, vaso, ceramica, pezzo unico, 1954, dall’archivio di Guido Gambone (nr. M355), cm 76 x 70 x 50, €10.000-€15.000, foto: Copyright PIASA.
Guido Gambone, Vaso, ceramica, pezzo unico, 1950-1955, dall'archivio di Guido Gambone (nr. M358), cm 96 x 36 x 40, €12.000-€18.000, foto: Copyright PIASA.
Guido Gambone, Vaso, ceramica, pezzo unico, 1950-1955, dall’archivio di Guido Gambone (nr. M358), cm 96 x 36 x 40, €12.000-€18.000, foto: Copyright PIASA.