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Il mercato dell’arte in Italia: Le ‘Italian Sales’ di ottobre a Londra

Le aste di arte italiana che si sono tenute a Londra l’11 e il 12 ottobre hanno confermato ancora una volta la domanda di arte italiana del Dopoguerra a livello internazionale. Piero Manzoni e Lucio Fontana sono stati di nuovo le star della vendita, insieme ad alcuni dei protagonisti dell’Arte Povera come Pistoletto e Luciano Fabro.

Tra i maestri moderni, i più richiesti rimangono Giorgio Morandi e Giorgio De Chirico. Sette i nuovi record stabiliti per opere di Michelangelo Pistoletto (858.727 euro), Luciano Fabro (828.811 euro), Arnaldo Pomodoro (596.640 euro), Fausto Melotti (235.296 euro), Nicola de Maria (156.677 euro), Paola Pivi (89.187 euro) e Vettor Pisani (30.439 euro). Il totale combinato delle due aste è stato di quasi 40 milioni di euro.

Christie’s ha totalizzato 19,8 milioni di euro (il secondo totale più alto da quando la casa d’asta ha iniziato a tenere una vendita interamente dedicata all’arte italiana del XX secolo nel 2000), con percentuali di venduto pari al 96% per valore e 93% per lotto.

Il prezzo più alto è stato pagato per un “Achrome” di Piero Manzoni che ha realizzato 3,2 milioni di euro. Gli “Achromes” di Piero Manzoni sono una serie di opere seminali che ricorre come una costante nella breve carriera dell’artista (Manzoni è morto d’infarto a soli 29 anni). L’opera venduta da Christie’s proviene da un gruppo relativamente raro di “Achromes” che Manzoni ha iniziato intorno al 1959, ed è già stata parte di collezioni prestigiose come la Collezione Beyeler e la collezione di Claude Berri. È stata acquisita nel 2008 alla stessa asta di arte italiana di Christie’s a Londra per 2,1 milioni di euro, il che significa che il suo valore è aumentato di più di un milione in quattro anni.

La top ten di Christie’s è dominata da Lucio Fontana. Un quarto dell’intera asta consisteva di opere di Fontana e tutte hanno trovato un acquirente. Anche se il mercato delle opere di Lucio Fontana è stabile su prezzi alti, c’è ancora margine di crescita.

In un commento post-asta, Mariolina Bassetti, Vicepresidente di Christie’s Italia, Direttore internazionale nel dipartimento di arte contemporanea e del Dopoguerra, e responsabile della vendita, ha espresso particolare soddisfazione per il risultato di Pistoletto: “Forse il prezzo più gratificante è stato quello realizzato da “Metrocubo d’Infinito” di Michelangelo Pistoletto, che non è solo un tributo all’artista, ma anche al gusto del suo ex-proprietario, Graziella Buontempo, uno dei più grandi e precoci ambasciatori dell’arte italiana moderna”.

Sotheby’s ha realizzato un risultato totale di 19,3 milioni di euro con percentuali di vendita più basse di Christie’s: 82% per valore e 76% per lotto. Anche qui il prezzo più alto è stato pagato per un “Achrome” di Piero Manzoni, venduto ad un acquirente americano per 5 milioni di euro. E anche in questo caso Manzoni è seguito in classifica da Lucio Fontana con due opere eccezionali. Una, venduta per 2,3 milioni di euro, è una rara opera della serie dei tagli con tre linee verticali in oro che accentuano il taglio centrale sulla superficie rosa. Nel 2004 è stata battuta da Sotheby’s per 282.696 euro, il che significa che in otto anni ha moltiplicato per dieci il suo valore.

L’altra è un importante taglio nato dal confronto creativo di Lucio Fontana con Venezia. La superficie dorata richiama la pala d’altare d’oro di San Marco, o il riflesso del sole sulla laguna, mentre i frammenti di vetro di Murano accentuano la tridimensionalità dell’opera. L’opera è stata venduta per 1,9 milioni di euro.

Anche da Sotheby’s l’Arte Povera è stata molto richiesta: una delle prime opere della serie “Italia” di Luciano Fabro, che l’artista ha iniziato nel 1968 e ha riproposto per i decenni successivi in una varietà di materiali, ha realizzato il nuovo record per l’artista di 828.811 euro. Era la prima “Italia” ad apparire all’asta dal 2006, quando “Italia, carta stradale” segnò il record precedente per l’artista di 529.478 euro. Anche “Il dinosauro che emerge” di Pino Pascali, un altro rappresentante dell’Arte Povera, ha acceso la competizione tra i collezionisti. L’opera, una tela dipinta di bianco a forma di dinosauro, ha raddoppiato la stima ed è stata venduta per 787.732 euro.

La scultura era presente con il “Cavaliere” di Marino Marini, che mostra il tema del cavallo e del cavaliere, ricorrente nell’opera dello scultore italiano. Realizzata nel 1947, l’opera riporta la resa armoniosa che caratterizza quel periodo, con l’uomo e l’animale che si mostrano imperturbabili, diversamente dalle figure che cadono, più drammatiche, che hanno dominato la scultura di Marini negli anni ’50. L’opera è stata venduta per 1,2 milioni di euro.

Nella top ten di Sotheby’s c’è anche una “Natura Morta” di Giorgio Morandi del 1957. Anche quest’opera mostra la forza dell’arte italiana del Dopoguerra: è stata acquistata da un privato americano per 1,1 milioni di euro; nel 2007 la stessa opera era stata venduta da Christie’s a Londra per 639.282 euro.

Sylvia-AnnaBarrilaBoilerplateITALIAN

 


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