Lorenzo Legati
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Lorenzo Legati .Museo Cospiano annesso a quello del famoso Ulisse Aldrovandi e donato alla sua patria dall'illustrissimo signor Ferdinando Cospi
In Bologna: per Giacomo Monti, 1677 In-folio (mm 308x200). Pagine [24], 524 (di 532, manca il fascicolo Yy contenente l'Indice e supplito in facsimile). Frontespizio in rosso e nero, ritratto di Ferdinando Cospi inciso in rame, una grande tavola più volte ripiegata raffigurante il Museo e numerosissime illustrazioni xilografiche nel testo. Abrasione al frontespizio e lavoro di tarlo al margine dei fascicoli Ff-Hh. Prima edizione di questa accurata descrizione del gabinetto di curiosità frutto della passione collezionistica del bolognese Ferdinando Cospi. Cospi aveva già nel 1667 fatto compilare e stampare un breve catalogo (cfr. Raccolta di opere riguardanti Bologna nella biblioteca di Raimondo Ambrosini, app. I, Bologna 1908, p. 98) e dieci anni dopo finanziava questo inventario del Legati, diviso in cinque libri e contenente l'elenco sia dei reperti di storia naturale (fossili animali e vegetali, coralli, conchiglie, etc.) che degli oggetti archeologici (libri, mummie, bronzi, monete, vasi, etc). Il ritratto inciso in rame di Cospi è opera di Adriaen Haelwegh da originale di Justus Susterman, mentre la tavola con la veduta interna del Museo - sulle cui scaffalature corre la scritta ‘Erudita haec artis et naturae machinamenta ad excitandam antiquitatis memoriam F. eq[ues] bayul[us] Arretii mar[chio] Petroli senatorque de C. superandae dicavit immortalitati’ - è di Giuseppe Maria Mitelli. La collezione subì diverse traversie e dispersioni fino al 1871, quando confluì nell'attuale Museo civico archeologico di Bologna. (1)
In Bologna: per Giacomo Monti, 1677 In-folio (mm 308x200). Pagine [24], 524 (di 532, manca il fascicolo Yy contenente l'Indice e supplito in facsimile). Frontespizio in rosso e nero, ritratto di Ferdinando Cospi inciso in rame, una grande tavola più volte ripiegata raffigurante il Museo e numerosissime illustrazioni xilografiche nel testo. Abrasione al frontespizio e lavoro di tarlo al margine dei fascicoli Ff-Hh. Prima edizione di questa accurata descrizione del gabinetto di curiosità frutto della passione collezionistica del bolognese Ferdinando Cospi. Cospi aveva già nel 1667 fatto compilare e stampare un breve catalogo (cfr. Raccolta di opere riguardanti Bologna nella biblioteca di Raimondo Ambrosini, app. I, Bologna 1908, p. 98) e dieci anni dopo finanziava questo inventario del Legati, diviso in cinque libri e contenente l'elenco sia dei reperti di storia naturale (fossili animali e vegetali, coralli, conchiglie, etc.) che degli oggetti archeologici (libri, mummie, bronzi, monete, vasi, etc). Il ritratto inciso in rame di Cospi è opera di Adriaen Haelwegh da originale di Justus Susterman, mentre la tavola con la veduta interna del Museo - sulle cui scaffalature corre la scritta ‘Erudita haec artis et naturae machinamenta ad excitandam antiquitatis memoriam F. eq[ues] bayul[us] Arretii mar[chio] Petroli senatorque de C. superandae dicavit immortalitati’ - è di Giuseppe Maria Mitelli. La collezione subì diverse traversie e dispersioni fino al 1871, quando confluì nell'attuale Museo civico archeologico di Bologna. (1)
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