Salò 1687 – Venezia 1771 Veduta del DoloOlio su tela, cm 39,4x56,2. La figura del Cimaroli sta solo ora emergendo dall'oblio cui era stato relegata fin dal Settecento (F. Spadotto, Un artista dimenticato: Giovan Battista Cimaroli, in "Saggi e Memorie di Storia dell'Arte, 1999, pp. 131-187), malgrado non vi sia dubbio alcuno che si tratti di un pittore di notevolissima rilevanza, specializzato nella realizzazione di eleganti e realistiche immagini paesaggistiche e di altrettanto interessanti vedute di Venezia e della zone circonvicine, che non a caso furono particolarmente apprezzate anche dal mondo anglosassone come alternativa alle opere, probabilmente assai più costose, del Canaletto. Questa bella e ben conservata veduta del Dolo, che ha come centro focale l'immagine della grande chiesa parrocchiale, è una interessantissima testimonianza della sua produzione matura, momento nel quale il pittore originario di Salò ha dipinto diverse altre immagini dei luoghi toccati dalla Brenta (Spadotto, nn. 41, 68-71), il fiume che attraversa la campagna del Veneziano, fino a sfociare nella prossimità della laguna, e che costituiva nel Settecento la via d'acqua più importante per il trasporto delle merci e delle persone tra Padova e Venezia. Alle vedute elencate nella fondativa monografia della Spadotto, che la studiosa data giustamente negli estremi anni Cinquanta o all'esordio del decennio successivo, l'immagine che qui si presenta è facilmente accostabile per la qualità estremamente realistica della resa di ogni particolare delle architetture, per l'impianto cromatico su toni schiariti e per la tipologia delle vivacissime macchiette disposte sulla riva del fiume e sulle numerosissime imbarcazioni presenti sullo specchio d'acqua, tra le quali, in basso a sinistra, appare anche il burchiello, il tipico barcone adibito al trasporto di persone a merci da Padova a Venezia.