ANDREA SABATINI DA SALERNO (attr. a)
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Description
(Napoli, 1490 - attivo fino al 1530)
San Giovanni Evangelista e Santo
Olio su tavola, cm 36X61
Certamente attivo a Napoli nel 1510 con la qualifica di Maestro, Andrea Sabatini mostra sin da subito uno stile autonomo rispetto alla tradizione pittorica meridionale, evidenziando influenze della cultura leonardesca, di Raffaello e della coeva pittura umbra. Ciò si evince guardando il trittico del 1508 raffigurante la Madonna col Bambino e santi conservato nella chiesa di Sant'Andrea a Teggiano, in cui si scorgono altresì suggestioni desunte dal Perugino e Pinturicchio, autori la cui fama nella città partenopea è attestata dalla l'Assunta del Vannucci per il duomo di Napoli (1506 circa), e quella del Pinturicchio per la cappella Tolosa nella chiesa di Monteoliveto oggi a Museo di Capodimonte databile al 1510 circa. Solo dopo questa data il pittore mostra un marcato accento raffaellesco e accenni lombardi, che possono essere stati divulgati da Cesare da Sesto, che durante i primi anni dieci è a Roma e dal 1514 è documentato a Napoli.
Bibliografia di riferimento:
P. Leone de Castris, Andrea Sabatini da Salerno il Raffaello di Napoli, Napoli 2017, ad vocem
San Giovanni Evangelista e Santo
Olio su tavola, cm 36X61
Certamente attivo a Napoli nel 1510 con la qualifica di Maestro, Andrea Sabatini mostra sin da subito uno stile autonomo rispetto alla tradizione pittorica meridionale, evidenziando influenze della cultura leonardesca, di Raffaello e della coeva pittura umbra. Ciò si evince guardando il trittico del 1508 raffigurante la Madonna col Bambino e santi conservato nella chiesa di Sant'Andrea a Teggiano, in cui si scorgono altresì suggestioni desunte dal Perugino e Pinturicchio, autori la cui fama nella città partenopea è attestata dalla l'Assunta del Vannucci per il duomo di Napoli (1506 circa), e quella del Pinturicchio per la cappella Tolosa nella chiesa di Monteoliveto oggi a Museo di Capodimonte databile al 1510 circa. Solo dopo questa data il pittore mostra un marcato accento raffaellesco e accenni lombardi, che possono essere stati divulgati da Cesare da Sesto, che durante i primi anni dieci è a Roma e dal 1514 è documentato a Napoli.
Bibliografia di riferimento:
P. Leone de Castris, Andrea Sabatini da Salerno il Raffaello di Napoli, Napoli 2017, ad vocem
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ANDREA SABATINI DA SALERNO (attr. a)
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