(Milano, 1608/1609 - 1661/1662)
Allegoria della Carità
Olio su tela, cm 26,5X33,5

Il dipinto trova precisi riscontri con la tela di medesimo soggetto pubblicata da Filippo Maria Ferro nel 2013 (cfr. M. Ferro, Carlo Francesco Nuvolone, Frammenti di un discorso amoroso, in Valori Tattili, 2, 2013, p. 98, fig. 5, n. 36- olio su tela, cm 114,5X140,3) e si potrebbe considerare quale bozzetto, in analogia con la tavoletta conservata al Museo del Castello Sforzesco di Milano (cfr. F. M. Ferro, Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco. Pinacoteca, III, Milano 1999, pp. 206, n. 615- olio su tavola, cm 27X27,5). Lo studioso colloca l'esecuzione di queste opere tra il 1645 e il 1650, specificando che non siano veri e propri abbozzi autonomi come avviene nel caso di Giulio Cesare Procaccini, bensì una produzione privata del pittore, tesa a dar corpo alle invenzioni e impegnata a studiare ed a perfezionare i progetti. La sporcizia e le svelature impongono una dovuta prudenza attributiva perché compromettono la lettura di alcuni brani, mentre possiamo notare che il volto della figura femminile e il velo che le copre il capo, i panneggi e i capelli dei putti rivelano una bella qualità e sprezzatura pittorica, altresì avvalorata dalla qualità dei pigmenti impiegati.

Bibliografia di riferimento:
F.M. Ferro, Nuvolone, una famiglia di pittori nella Milano del '600, Soncino 2003, ad vocem