(Montabone, 1568 - Moncalvo, 1625)
La Vergine con il Bambino e angeli musicanti che appaiono a un santo
Penna, gessetto nero e bistro su carta, cm 20,8X13,2

Allievo di Giovanni Francesco Biancaro, Guglielmo Caccia si può considerare il più importante esponente dell'arte controriformata in Piemonte. L'attività dell'artista si divide in tre periodi, i suoi primi lavori riflettono l'influenza della pittura piemontese di fine Cinquecento, in modo particolare dall'opera di Gaudenzio Ferrari. Di notevole importanza per l'evolversi del suo stile fu il soggiorno a Milano dal 1617 al 1619, che condizionò l'attività svolta in Piemonte fino al 1625. Di particolare importanza fu la collaborazione con Federico Zuccari durante la decorazione della Grande Galleria progettata da Carlo Emanuele I duca di Savoia, per collegare Palazzo Madama con il nuovo Palazzo Ducale (1608-1610). Nella sua visita a Milano nel 1617 fu invece l'incontro con il giovane Daniele Crespi a condizionare il suo stile, in modo particolare durante la realizzazione degli affreschi di San Vittore in Corpo e della cappella di San Bruno in San Pietro a Gessate. La sua numerosa produzione grafica invece presenta un uso quasi costante della penna e assonanze con lo stile di Luca Cambiaso e degli artisti genovesi. Nel nostro caso, i putti presentano assonanze zuccaresche, suggerendo una datazione intorno al 1615, con una conduzione che si riscontra ad esempio nella Resurrezione di Lazzaro datata dalla critica al 1614 (cfr. Guglielmo Caccia 1997, pp. 98-99, n. 27) e nella Madonna con il Bambino, San Francesco e San Michele arcangelo che Giovanni Romano pone entro il 1620 (cfr. Guglielmo Caccia 1997, pp. 122-123, n. 39).

Bibliografia di riferimento:
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, catalogo della mostra a cura di G. Romano e C. E. Spantigati, Torino 1997, ad vocem