GIOVANNI MIGLIARA
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Description
Alessandria, 1785 - Milano, 1837
Cortile della Basilica di Sant'Ambrogio
Firmato Gio Migliara in basso al centro
Olio su tela, cm 27X35
Insieme al Duomo, la Basilica di Sant'Ambrogio è sicuramente il soggetto più amato da Migliara, come dimostrano le diverse versioni note, tra queste ricordiamo quella appartenente alla collezione Felice Bianchi pubblicata dal Mensi (cfr. A. Mensi, Giovanni Migliara (1785-1837), Bergamo 1937, tav. XXX) e oggi conservata alla Pinacoteca Civica di Alessandria. D'altronde il monumento, presentava tutti gli elementi cari all'artista: il valore simbolico e identitario per la città, la bellezza artistica, la possibilità di rendere un momento della vita religiosa e sociale degli abitanti di Milano. La personalissima soluzione con cui l'artista raffigura l'imponente atrio romanico, riesce a porre l'osservatore all'interno del porticato stesso, dipinto con una grande padronanza della prospettiva, retaggio dell'attività di Migliara come scenografo. Il pittore non tralascia di porre una grande attenzione nella resa dei particolari, come gli antichi frammenti alle pareti e i mattoni di colori diversi in pietra e intonaco bianco, che caratterizzano la basilica. Il senso del passato e del silenzio crea un'atmosfera magica ravvivata dalle figure: un elegante signore con un cagnolino e un frate che cammina con passo veloce, mentre alcune famiglie si apprestano a entrare in chiesa e una coppia, con gesto delicato, offre monete a un mendicante. Così è ben riuscito l'intento di ambientare in un contesto 'medievale' la società ottocentesca, mostrando l'incrociarsi di epoche e stili di vita diversi. Piace anche ricordare come il suo riprodurre in maniera onesta e senza compiacimenti il monumento e il suo rapporto con l'ambiente circostante, ci permette di conoscere lo stato di questi edifici prima di restauri o modifiche che l'architettura di Milano subirà negli anni successivi alla vita del Migliara.
Bibliografia di riferimento:
R. Ghezzi, Giovanni Migliara. Pittore 1785-1837, Alessandria 1935, fig. 4
A. Mensi, Giovanni Migliara (1785-1837), Bergamo 1937, tav. XXX
E. Sioli Legnani, Poesia di Milano, Milano 1940, p. 145
M.C. Gozzoli, M. Rosci, L'opera grafica di Giovanni Migliara in Alessandria, Alessandria 1977, p. 308; 369-370
F. Cervini, Il gusto della buona architettura. Il medioevo secondo Migliara, in Giovanni Migliara. Quaderni del Museo e della Pinacoteca Civica, I, Alessandria 2006, pp. 19-33
Cortile della Basilica di Sant'Ambrogio
Firmato Gio Migliara in basso al centro
Olio su tela, cm 27X35
Insieme al Duomo, la Basilica di Sant'Ambrogio è sicuramente il soggetto più amato da Migliara, come dimostrano le diverse versioni note, tra queste ricordiamo quella appartenente alla collezione Felice Bianchi pubblicata dal Mensi (cfr. A. Mensi, Giovanni Migliara (1785-1837), Bergamo 1937, tav. XXX) e oggi conservata alla Pinacoteca Civica di Alessandria. D'altronde il monumento, presentava tutti gli elementi cari all'artista: il valore simbolico e identitario per la città, la bellezza artistica, la possibilità di rendere un momento della vita religiosa e sociale degli abitanti di Milano. La personalissima soluzione con cui l'artista raffigura l'imponente atrio romanico, riesce a porre l'osservatore all'interno del porticato stesso, dipinto con una grande padronanza della prospettiva, retaggio dell'attività di Migliara come scenografo. Il pittore non tralascia di porre una grande attenzione nella resa dei particolari, come gli antichi frammenti alle pareti e i mattoni di colori diversi in pietra e intonaco bianco, che caratterizzano la basilica. Il senso del passato e del silenzio crea un'atmosfera magica ravvivata dalle figure: un elegante signore con un cagnolino e un frate che cammina con passo veloce, mentre alcune famiglie si apprestano a entrare in chiesa e una coppia, con gesto delicato, offre monete a un mendicante. Così è ben riuscito l'intento di ambientare in un contesto 'medievale' la società ottocentesca, mostrando l'incrociarsi di epoche e stili di vita diversi. Piace anche ricordare come il suo riprodurre in maniera onesta e senza compiacimenti il monumento e il suo rapporto con l'ambiente circostante, ci permette di conoscere lo stato di questi edifici prima di restauri o modifiche che l'architettura di Milano subirà negli anni successivi alla vita del Migliara.
Bibliografia di riferimento:
R. Ghezzi, Giovanni Migliara. Pittore 1785-1837, Alessandria 1935, fig. 4
A. Mensi, Giovanni Migliara (1785-1837), Bergamo 1937, tav. XXX
E. Sioli Legnani, Poesia di Milano, Milano 1940, p. 145
M.C. Gozzoli, M. Rosci, L'opera grafica di Giovanni Migliara in Alessandria, Alessandria 1977, p. 308; 369-370
F. Cervini, Il gusto della buona architettura. Il medioevo secondo Migliara, in Giovanni Migliara. Quaderni del Museo e della Pinacoteca Civica, I, Alessandria 2006, pp. 19-33
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