Il mercato dell’arte in Italia: arte moderna e contemporanea da Wannenes

Lotto 44, Giorgio De Chirico, ‘Le Bagnanti,’ 1946, Olio su tela, cm 40X50. Stima €40.000-50.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 44, Giorgio De Chirico, ‘Le Bagnanti,’ 1946, Olio su tela, cm 40X50. Stima €40.000-50.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 44, Giorgio De Chirico, ‘Le Bagnanti,’ 1946, Olio su tela, cm 40X50. Stima €40.000-50.000. Courtesy Wannenes.

GENOVA, Italia – Il 18 giugno la casa d’aste genovese Wannenes mette all’asta 110 opere di arte moderna e contemporanea con stime che vanno da 1.000 € a 60.000-80.000 € per una tempera su tavola di Alberto Savinio intitolata “L’isola preziosa”, del 1949 (lotto 90). “Sono opere che si rivolgono anche ad un collezionismo di fascia media, ma è un catalogo non molto grande perché puntiamo alla qualità,” spiega l’esperto Guido Vitali. “Le opere provengono al 99% da collezioni private e vanno dal Novecento storicizzato italiano a rappresentanti dell’arte internazionale come Richard Hamilton, Ramon Casas e Jesús-Rafael Soto”.

Il nucleo centrale dell’asta è composto da una selezione di opere appartenute all’attore Giuliano Gemma che è scomparso tragicamente l’anno scorso in un incidente stradale.

“Oltre ad essere stato un grande attore – prosegue Vitali – vorrei ricordare che Giuliano Gemma è stato un collezionista d’arte che ha conosciuto personalmente artisti italiani importanti come Mario Schifano, Giorgio De Chirico e Corrado Cagli, ma è stato anche egli stesso un artista”. All’asta verranno offerte due sculture in bronzo raffiguranti ballerine di cabaret di 2,10 metri di altezza che sono state interamente realizzate da Gemma – quindi dalla creazione della struttura in gesso, al procedimento della fusione a cera persa, alla realizzazione delle statue in bronzo – e si trovavano nella villa di Cerveteri dell’attore (lotti 32 e 33, stima €5.000-7.000 ciascuno).

“È un lato poco esplorato di Gemma che è noto prevalentemente come attore”, spiega Vitali. “In alcune interviste rilasciate poco prima che morisse, Gemma aveva parlato della gioia di vedere il blocco di materia, gesso o marmo, che poco a poco prendeva vita e si trasformava sotto le sue mani. Era qualcosa che lo affascinava”.

Tra le opere provenienti dalla sua collezione, invece, c’è un bel dipinto olio su tela di Giorgio De Chirico del 1946 intitolato “Le Bagnanti”, pubblicato anche sul catalogo generale, appartenente alla produzione romantica barocca (lotto 44, stima 40.000-50.000 €).

Tra le altre opere in catalogo, l’esperto Guido Vitali segnala un olio su tavola degli anni 30 del Novecento di Giacomo Balla intitolato “Dalie bianche nel vaso” del periodo successivo alla produzione futurista tanta ricercata oggi, ma di un periodo nel quale Balla rilegge la sua prima produzione figurativa e realista. È un’opera mai passata in asta prima, proveniente da una collezione romana molto importante (lotto 89).

Tra i nomi internazionali, invece, c’è Ramon Casas (1866-1932), un artista catalano famoso per i ritratti e le caricature della società spagnola. È rappresentato con un olio su tela di dimensioni importanti (56×46 cm), nel quale è ritratto il re Alfonso XIII (lotto 82, stima €8.000-12.000). Opere simili a queste sono esposte nei principali musei spagnoli, uno tra tutti il Museo Nazionale d’Arte della Catalogna (MNAC) di Barcellona, dove esiste un dipinto che ritrae lo stesso Alfonso XIII ed è molto simile a quello all’asta da Wannenes. Proviene da una collezione privata di Firenze.

Ci sono anche opere interessanti di Optical Art come quelle di Jesús-Rafael Soto, un artista molto richiesto, scomparso nel 2005, che nel 2013 ha avuto un’importante mostra al Pompidou in occasione dell’ingresso nella collezione del museo di diverse sue opere. Da Wannenes vanno all’asta due sue opere su plexiglas. Non sono pezzi unici ma a tiratura limitata (edizioni di 100) del 1967 che oggi sono difficili da reperire sul mercato italiano. Sono state proposte a Wannenes da un collezionista spagnolo (lotti 12 e 13, stima €5.000-7.000 ciascuno).

Il giorno dopo, 19 giugno, Wannenes terrà un’asta di design con 400 lotti con stime che vanno da 200 € a 12.000-14.000 € per un cassettone di Giò Ponti degli anni 50. Il primo decennio del dopoguerra è al centro dell’asta di Wannenes: un momento d’oro per il design italiano che si risollevava dai disastri della guerra unendo creatività, imprenditorialità e artigianalità. Tra gli highlight ci sono anche uno scrittoio da camera di Ico Parisi, modello presentato dall’azienda Altamira alla mostra di New York nel 1954, stimato 5.000-6.000 €, e una libreria LB7 di Franco Albini del 1957 stimata 3.500-4.000 €.


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Lotto 44, Giorgio De Chirico, ‘Le Bagnanti,’ 1946, Olio su tela, cm 40X50. Stima €40.000-50.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 44, Giorgio De Chirico, ‘Le Bagnanti,’ 1946, Olio su tela, cm 40X50. Stima €40.000-50.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 89, Giacomo Balla, ‘Dalie bianche nel vaso,’ anni ’30, Olio su tavola, cm 65X56. Stima €22.000-26.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 89, Giacomo Balla, ‘Dalie bianche nel vaso,’ anni ’30, Olio su tavola, cm 65X56. Stima €22.000-26.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 12, Jesus-Rafael Soto, ‘Spirales,’ 1967, (dalla serie Sotomagie), plexiglass dipinto e aste di metallo, cm 34X34X18, Es. 18/100. Stima €5.000-7.000. Courtesy Wannenes.
Lotto 12, Jesus-Rafael Soto, ‘Spirales,’ 1967, (dalla serie Sotomagie), plexiglass dipinto e aste di metallo, cm 34X34X18, Es. 18/100. Stima €5.000-7.000. Courtesy Wannenes.
Lotto w82, Ramon Casas, Ritratto di Re Alfonso XIII, inizi secolo XX, Olio su tela, cm 56X46. Stima €8.000-12.000. Courtesy Wannenes.
Lotto w82, Ramon Casas, Ritratto di Re Alfonso XIII, inizi secolo XX, Olio su tela, cm 56X46. Stima €8.000-12.000. Courtesy Wannenes.

 

Il mercato dell’arte in Italia: Arte orientale da Cambi a Genova

An important carved red coral with Guanyin, China, Qing Dynasty, late 19th century, 7,570 grams, 75x77 cm. Estimate: €50,000-70,000. Courtesy Cambi, Genoa.
Importante e monumentale corallo rosso scolpito con raffigurazioni di Guanyin, animali e vegetazione, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, gr 7570, cm 75x77. Stima: €50.000-70.000. Courtesy Cambi Genova.
Importante e monumentale corallo rosso scolpito con raffigurazioni di Guanyin, animali e vegetazione, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, gr 7570, cm 75×77. Stima: €50.000-70.000. Courtesy Cambi Genova.

GENOVA, Italia – Si svolge in questi giorni a Londra l’anteprima dell’asta di arte cinese di Cambi, casa d’aste genovese che negli ultimi anni sotto la guida dell’esperto Dario Mottola ha conquistato il primo posto in questo mercato in Italia e si sta affermando anche a livello internazionale, come si vede dalle opere consegnate per la vendita anche da paesi stranieri come Francia, Germania e Gran Bretagna.

La preview, che si svolge dal 9 al 15 maggio nei nuovi uffici londinesi di Cambi a Dover Street, presenta i lotti più importanti che andranno all’asta a Genova il 28-29 maggio. “In Italia non c’è un mercato interno per l’arte cinese”, spiega ad Auction Central News l’esperto Dario Mottola, “ma si trovano oggetti molto importanti perché già a partire dalla fine del Seicento le grandi famiglie nobiliari di Torino, Genova e Milano hanno importato oggetti dalla Cina. E non solo quelli che erano prodotti in Cina ma destinati al mercato estero, quindi con un gusto più decorativo, ma anche quelli che erano fatti per il mercato e il gusto cinese e che ora i collezionisti cinesi stanno ricomprando per recuperare il loro patrimonio artistico e culturale disperso nei secoli”.

Secondo Mottola rispetto all’anno scorso, quando Cambi ha segnato diversi record per l’arte cinese in Italia, il mercato non è cambiato e si mantiene forte. Anche il catalogo del 28-29 maggio – che secondo Mottola è il più interessante dal punto di vista scientifico delle aste fatte finora – presenta diversi lotti importanti che, nonostante le stime conservative, possono arrivare molto in alto. “I cinesi sono imprevedibili”, dice Mottola, “quando sono disposti a pagare per un oggetto, si può arrivare a prezzi impensati”, come nel caso della figura di begtse in bronzo dorato e dipinto passata da Cambi nel 2012, stimata 20.000-25.000 euro e venduta per 596.000 euro, oppure un paravento che nel 2013 è passato da una stima di stima 12.000-15.000 euro ad un risultato di 2.072.000 euro.

L’asta di quest’anno copre tutti i settori dell’arte cinese ma spiccano i coralli e le giade. È divisa in tre cataloghi di cui uno che mette in luce, appunto, i coralli. Tra questi ce ne sono due di peso straordinario: uno da quasi 8 kg di rosso intenso, scolpito con raffigurazioni di Guanyin (figura religiosa), animali e vegetazione (Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, cm 75×77, lotto 23, stima 50.000-70.000 euro) e uno da 10,5 kg di colore arancio con Guanyin e dignitari con due iscrizioni (Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, cm 62×85, lotto 32, stima 40.000-60.000 euro).

Un altro catalogo è dedicato alle porcellane, alle giade e ai bronzi. Mentre le porcellane sono tutte del XIX secolo e prevalentemente decorative, tra le giade ci sono alcuni oggetti eccezionali. Primo fra tutti il lotto raffigurato sul retro del catalogo: una straordinaria piccola ascia rituale in giada bianca incisa sui due lati con decorazioni “taotie” ed elementi arcaici (Cina, periodo Qianlong, 1736-1796, cm 7,3×6, lotto 138, stima 20.000-30.000 euro). È straordinaria sia per il colore, che per il tipo di incisione, che per la simbologia. “In più di 30 anni non ho mai visto un oggetto di così alta qualità concentrata in dimensioni così piccole”, ha commentato Mottola.

Per le giade cinesi il colore è una discriminante significativa nella formazione del prezzo. Le più importanti e le più care sono quelle bianche, seguite da quelle gialle che però sono rarissime. Poi viene il bianco celadon, il grigio e il verde. Per la giadeite, invece, scoperta più tardi, quella più preziosa è del colore verde smeraldo traslucido che rappresenta il massimo. Segue il colore verde smeraldo, il color verde mela e infine il bianco.

Sempre tra le giade, l’asta di Cambi presenta un importante incensiere in giadeite verde smeraldo con coperchio (Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, cm 14×14,5, collezione Bulgari in scatola originale, lotto 191, stima 40.000-60.000 euro).

Un altro incensiere importantissimo è tra i bronzi: si tratta di un incensiere tripode rituale in bronzo cesellato della dinastia Shang che risale al 1750-1028 a.C. (cm 16,5, proviene dalle collezioni Tucci di Roma e Giuganini, stima 30.000-40.000 euro). Sempre tra i bronzi c’è una grande ed importante figura in bronzo dorato e rame di Vajrapani (protettore del Buddha, Cina, Dinastia Qing, XVIII secolo, cm 55, stima 30.000-50.000 euro).

Ma questi sono soltanto alcuni dei pezzi eccezionali offerti nella vendita. Il terzo catalogo, invece, è un catalogo ad offerta libera, un nuovo esperimento, con oggetti di minor valore ma comunque degni, pensato per avvicinare nuovi collezionisti a questo mercato.


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Importante e monumentale corallo rosso scolpito con raffigurazioni di Guanyin, animali e vegetazione, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, gr 7570, cm 75x77. Stima: €50.000-70.000. Courtesy Cambi Genova.
Importante e monumentale corallo rosso scolpito con raffigurazioni di Guanyin, animali e vegetazione, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, gr 7570, cm 75×77. Stima: €50.000-70.000. Courtesy Cambi Genova.
Straordinaria piccola ascia rituale in giada bianca incisa sui due lati con figure di taotie ed elementi arcaici, Cina, marca a rilievo e del periodo Qianlong (1736-1796), cm 7,3x6. Stima: €20.000-30.000. Courtesy Cambi Genova.
Straordinaria piccola ascia rituale in giada bianca incisa sui due lati con figure di taotie ed elementi arcaici, Cina, marca a rilievo e del periodo Qianlong (1736-1796), cm 7,3×6. Stima: €20.000-30.000. Courtesy Cambi Genova.
Incensiere in giadeite verde smeraldo con coperchio, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, h cm 14 diam cm 14,5, collezione Bulgari in scatola originale. Stima: €40.000,-60.000. Courtesy Cambi Genova
Incensiere in giadeite verde smeraldo con coperchio, Cina, Dinastia Qing, fine XIX secolo, h cm 14 diam cm 14,5, collezione Bulgari in scatola originale. Stima: €40.000,-60.000. Courtesy Cambi Genova
Incensiere tripode rituale in bronzo cesellato, Cina, Dinastia Shang (1750-1028 a.C.), h cm 16,5. Provenienza: Collezione Tucci - Roma, Collezione Giuganini. Stima: €30.000-40.000. Courtesy Cambi Genova
Incensiere tripode rituale in bronzo cesellato, Cina, Dinastia Shang (1750-1028 a.C.), h cm 16,5. Provenienza: Collezione Tucci – Roma, Collezione Giuganini. Stima: €30.000-40.000. Courtesy Cambi Genova
Grande ed importante figura in bronzo dorato e rame di Vajrapani, Cina, Dinastia Qing, XVIII secolo h cm 55. Stima: €30.000-50.000. Courtesy Cambi Genova
Grande ed importante figura in bronzo dorato e rame di Vajrapani, Cina, Dinastia Qing, XVIII secolo h cm 55. Stima: €30.000-50.000. Courtesy Cambi Genova

Il mercato dell’arte in Italia: Design italiano da Nova Ars

Enzo Mari, piatto in ceramica, Firmato sotto la base, Prod. Danese, Milano, 1973, Bibiliografia: Enzo Mari, Il lavoro al centro, Electa, Courtesy Nova Ars.
Enzo Mari, piatto in ceramica, Firmato sotto la base, Prod. Danese, Milano, 1973, Bibiliografia: Enzo Mari, Il lavoro al centro, Electa, Courtesy Nova Ars.
Enzo Mari, piatto in ceramica, Firmato sotto la base, Prod. Danese, Milano, 1973, Bibiliografia: Enzo Mari, Il lavoro al centro, Electa, Courtesy Nova Ars.

ASTI, Italia – La casa d’aste specializzata in design Nova Ars, con sede ad Asti in Piemonte, tiene il 6 maggio una vendita tutta dedicata al design industriale italiano. Include un centinaio di lotti tra cui alcune icone del passato originali del periodo in cui sono state create di non facile reperibilità.

“Quando si parla di design industriale vintage i prezzi per uno stesso oggetto possono cambiare enormemente a seconda della serie e di alcuni dettagli di produzione”, spiega ad Auction Central News Ilario Scagliola, direttore di Nova Ars. “Noi cerchiamo di avere sempre l’esemplare dell’anno in cui l’oggetto è stato concepito o al massimo quello dell’anno successivo per mantenere l’originalità e i dettagli dell’epoca”.

Uno dei lotti più interessanti dell’asta è un servizio da tè in porcellana di Richard Ginori su disegno di Giò Ponti. È databile agli anni 20 perché presenta un cartiglio d’oro usato per pezzi molto importanti e di alto livello solo per pochi anni intorno al 1923-1928 (lotto 3, stima €1.200-1.500). Si tratta, quindi, di un servizio che risale all’inizio della collaborazione tra Giò Ponti e Richard Ginori in cui si vede il cambiamento e tutta la modernità apportata dal maestro milanese.

Ciò si nota confrontando, per esempio, lo stesso servizio da tè con il lotto successivo (lotto 3A, stima €1.800-2.000), un vaso Richard Ginori del 1880 circa che presenta ancora una decorazione floreale con putti, uccelli e serpenti. Una produzione del genere sarebbe potuta andare avanti anche negli anni 20 se Giò Ponti non avesse introdotto un’estetica moderna.

Entrambi i lotti provengono dalla Pittoria di doccia, che è stata una delle più prestigiose manifatture di porcellana in Europa, di proprietà di Ginori e poi di Richard Ginori dopo la fusione.

Tra gli elementi di illuminazione, l’asta include una serie di lampade dell’azienda muranese Mazzega disegnata da Carlo Nason nel 1969, designer che proviene da una delle famiglie di vetrai più antiche dell’isola di Murano ma che allo stesso tempo è sempre stato molto innovativo. Sono importanti per la loro particolarità e perché non sono facili da reperire (lotti 65, 66, 68, 69 e 72; il 68 è un centrotavola ma fa parte della stessa serie. Stime tra €300-500 e €1.300-1.500).

Enzo Mari, importante designer, artista e teorico del design, è rappresentato da due centritavola importanti, entrambi realizzati da Danese Milano. Il primo è in porcellana del 1973, realizzato a mano con lo scopo di far tornare l’artigianato nel design (lotto 84, stima €3.000-3.500). Erano pezzi costosi e di difficile esecuzione. L’altro è in plastica del 1968. È molto raro perché era molto difficile da eseguire tanto che la produzione fu interrotta. L’oggetto è stato riproposto da Alessi qualche anno fa e già quello di Alessi è un pezzo da collezione, quindi questo è ancora più prezioso e raro (lotto 59, stima €1.200-1.500).

Da segnalare, infine, la lampada di Toni Cordero, famoso per gli interni realizzati per le case dell’alta società e della moda, realizzata per Artemide nel 1990. È interessante per il tipo di esecuzione e i materiali utilizzati (lotto 92A, stima €2.500-3.000).

 


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EEnzo Mari, piatto in ceramica, Firmato sotto la base, Prod. Danese, Milano, 1973, Bibiliografia: Enzo Mari, Il lavoro al centro, Electa, Courtesy Nova Ars.
Enzo Mari, piatto in ceramica, Firmato sotto la base, Prod. Danese, Milano, 1973, Bibiliografia: Enzo Mari, Il lavoro al centro, Electa, Courtesy Nova Ars.
Centrotavola in plastica modello Adal, Enzo Mari, Danese, 1968, Courtesy Nova Ars.
Centrotavola in plastica modello Adal, Enzo Mari, Danese, 1968, Courtesy Nova Ars.
Gio Ponti, Richard Ginori, Pittoria di Doccia, 1925 ca. Servizio da tè in porcellana composto da 6 piattini, 6 tazze, teiera, zuccheriera e lattiera. Timbro e cartiglio dorato su ogni pezzo. Courtesy Nova Ars
Gio Ponti, Richard Ginori, Pittoria di Doccia, 1925 ca. Servizio da tè in porcellana composto da 6 piattini, 6 tazze, teiera, zuccheriera e lattiera. Timbro e cartiglio dorato su ogni pezzo. Courtesy Nova Ars
Lampadario in vetro soffiato di Murano a semicerchi concentrici, 1969, Dimensioni: h 50cm, larghezza 60cm, Courtesy Nova Ars.
Lampadario in vetro soffiato di Murano a semicerchi concentrici, 1969, Dimensioni: h 50cm, larghezza 60cm, Courtesy Nova Ars.

Il mercato dell’arte in Italia: Urania Casa d’Aste

Lotto 112, Benito Jacovitti, Pinocchio (1964), €9.500-13.000. Courtesy Urania.
Lotto 112, Benito Jacovitti, Pinocchio (1964), €9.500-13.000. Courtesy Urania.
Lotto 112, Benito Jacovitti, Pinocchio (1964), €9.500-13.000. Courtesy Urania.

PARMA, Italia – È nata in Italia una nuova casa d’aste dedicata alle illustrazioni e alle tavole originali dei maestri del fumetto. Si chiama Urania Casa d’Aste e ha sede a Parma. Accanto a Little Nemo, casa d’aste torinese specializzata in fumetti, è un caso unico in Italia; mentre Little Nemo vende anche fumetti e gadget, Urania si concentra unicamente sulle tavole originali.

“Si tratta di un mercato in espansione in Italia”, ha detto ad Auction Central News il fondatore, Daniele Gramella, lui stesso collezionista di tavole da circa sette anni. A differenza della Francia o degli Stati Uniti, dove c’è un mercato strutturato nato già negli anni 80-90, in Italia il mercato si è formato solo verso la fine degli anni 90 e finora è rimasto circoscritto a pochi rivenditori privati e alle fiere di settore. Ma la domanda sta crescendo”.

È significativo che anche Christie’s abbia appena tenuto la sua prima asta dedicata alle tavole originali a Parigi, centro di questo mercato, il 5 aprile, realizzando €3,9 milioni in totale con percentuali di vendita dell’ 87% per valore e del 73% per lotto. L’asta, organizzata in collaborazione con il gallerista parigino ed esperto del settore Daniel Maghen, ha portato ben 12 record.

In Francia ci sono diverse case d’asta che tengono vendite di fumetti, tra queste Artcurial e Millon. Inoltre ci sono gallerie specializzate come la già nominata Galerie Daniel Maghen, la Galerie Marcel a Parigi e Galerie Laqua a Berlino. Se i musei solitamente non collezionano ancora questo genere, esistono musei specializzati, come quello di Lucca.

“Negli ultimi anni i prezzi si sono rivalutati”, ha spiegato Gramella, “e anche questo ha rappresentato un incentivo al collezionismo, ma in Italia si deve ancora sviluppare un mercato strutturato e la cultura che la tavola sia un’opera originale al pari di un’opera d’arte”. Per “Tintin” di Hergé, per esempio, si è arrivati nel 2012 ad un record di 1,3 milioni di euro da Artcurial.

La prima asta di Urania si svolgerà il 4 maggio allo Spazio WOW – Museo del Fumetto di Milano e comprende 360 lotti con stime che vanno da €100 a €22.000. Le opere in vendita sono di autori prevalentemente italiani, come Pratt, Manara e Serpieri, ma non mancano anche nomi stranieri tra cui Foster e Herriman.

L’asta è divisa in tre sezioni: la prima dedicata ai grandi maestri, la seconda agli autori Disney, e la terza alle “strisce”, le tipiche pubblicazioni settimanali.

Tra i lotti da segnalare ci sono due acquarelli di Hugo Pratt, “Il Matrimonio Parte I e Parte II” (lotti 206 e 207, stima €8.700-14.000 l’uno). Si tratta di due illustrazioni per la prima e la seconda parte del racconto breve “Il Matrimonio”, pubblicato sul quotidiano La Nuova Venezia il 20 e il 27 luglio 1986, dell’amico di Pratt dei tempi argentini Alberto Ongaro. È un rarissimo caso in cui il maestro decise di prestare il suo volto ad un suo personaggio, realizzando così un vero e proprio autoritratto. Oltre alla rarità è importante il fatto che siano pubblicate, quindi autentiche, poiché il mercato di Pratt è minacciato dai falsi.

Di Milo Manara c’è un acquarello del 1983 intitolato “Tutto ricominciò con un’estate indiana” (lotto150, stima €7.500-10.000), mentre di Magnus c’è una copertina molto difficile da trovare realizzato per “Un certo Dottor Nadir” (1993) in cui mostra la sua maestria tecnica e compositiva matura (lotto 133, stima €3.600-4.500).

Andrea Pazienza, autore di Pescara vissuto a Bologna, è rappresentato da un ritratto di Zanardi, il suo personaggio più noto (lotto 189, stima €2.900-4.000).

Anche di Benito Jacovitti c’è un’opera molto rara, eseguita per “Pinocchio”, il suo capolavoro (1964). La coloritura di quest’opera è stata eseguita dall’artista stesso e ciò la impreziosisce ancora di più considerato che solitamente Jacovitti si faceva aiutare nelle colorazioni da un suo assistente (lotto 112, stima €9.500-13.000).

Un altro grande nome italiano è quello di Guido Crepax, di cui è in vendita un pannello unico a china di Dr. Jekyll e Mr. Hide del 1986 (lotto 54, stima €4.500-6.000), un’opera matura dell’autore milanese sia dal punto di vista grafico che compositivo.

Tra gli stranieri le opere più importanti sono una tavola di “Tarzan” di Hal Foster del 1936, un classico del fumetto americano (lotto 360, stima €18.000-22.000). È un’opera rara persino negli Stati Uniti che in Europa è quasi impossibile trovare. E poi c’è una striscia di Krazy Kat di George Herriman, un pilastro del fumetto americano, del 1933, in cui va in scena la storica incomprensione tra il gatto innamorato Krazy Kat e il topo Ignatz (lotto 337, stima €2.000-3.500).

Tra gli autori Disney, si segnalano due copertine de “I Classici di Walt Disney”, una di Giorgio Cavazzano (lotto 296, stima €450-700), e una di Marco Rota (lotto 317, stima €700-1.100).

 


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Lotto 112, Benito Jacovitti, Pinocchio (1964), €9.500-13.000. Courtesy Urania.
Lotto 112, Benito Jacovitti, Pinocchio (1964), €9.500-13.000. Courtesy Urania.
Lotto 150, Milo Manara, Tutto ricominciò con un'estate indiana (1983), €7.500-10.000. Courtesy Urania.
Lotto 150, Milo Manara, Tutto ricominciò con un’estate indiana (1983), €7.500-10.000. Courtesy Urania.
Lotto 207, Hugo Pratt, Il Matrimonio Parte II (1986), €8.700-14.000. Courtesy Urania.
Lotto 207, Hugo Pratt, Il Matrimonio Parte II (1986), €8.700-14.000. Courtesy Urania.
Lotto 360, Hal Foster, Tarzan, Death from the sky (1936), €18.000-22.000. Courtesy Urania.
Lotto 360, Hal Foster, Tarzan, Death from the sky (1936), €18.000-22.000. Courtesy Urania.

Il mercato dell’arte in Italia: Frida Kahlo a Roma

Frida Kahlo, ‘Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri),’ 1943, olio su tela, cm 76 x 61. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca. © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri),’ 1943, olio su tela, cm 76 x 61. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca. © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri),’ 1943, olio su tela, cm 76 x 61. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca. © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.

ROMA – Nel sessantesimo anniversario dalla scomparsa di Frida Kahlo (1907‐1954), l’Italia rende omaggio all’artista, mito e icona della cultura messicana novecentesca, con due mostre: una alle Scuderie del Quirinale a Roma (fino al 31 agosto), che analizza il rapporto tra l’artista e i movimenti artistici e culturali del suo tempo, e l’altra a Palazzo Ducale a Genova (dal 20 settembre) che indaga, invece, l’universo privato dell’artista e il suo rapporto con l’artista e compagno Diego Rivera.

Di certo nelle opere di Frida Kahlo è sempre presente l’inestricabile rapporto tra arte e vita, che per lei fu segnata da forti passioni e sofferenze, ma allo stesso tempo i dipinti e disegni dell’artista messicana riflettono anche i rivolgimenti del suo tempo, il suo credo politico, gli incontri con personaggi come André Breton e Lev Trotsky. “Sono nata con una rivoluzione”, sosteneva, anche se era nata nel 1907. “Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, portata dall’impeto della rivolta fino al momento di vedere giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. Sono nata nel 1910. Era estate. Di lì a poco Emiliano Zapata, el Gran Insurrecto, avrebbe sollevato il sud. Ho avuto questa fortuna: il 1910 è la mia data”.

Anche dal punto di vista artistico, le sue opere rappresentano una sorta di punto di intersezione tra le tradizioni folkloristiche e l’avanguardia artistica, tra il Modernismo e Surrealismo, tra la Nuova Oggettività e il Realismo magico, tra lo Stridentismo e il Muralismo messicano. Ed è questo che la mostra di Roma, la prima di queste dimensioni mai dedicata all’artista in Italia, vuole mostrare mettendo le opere di Frida Kahlo in dialogo con altri protagonisti del suo tempo, dagli italiani Giorgio de Chirico e Gino Severini, all’inglese Roland Penrose, al tedesco Carlo Mense, ai messicani José David Alfaro Siqueiros, Maria Izquierdo, Abraham Angel e naturalmente Diego Rivera.

L’esposizione è curata da Helga Prignitz Poda, autrice del catalogo ragionato dell’artista, e raccoglie circa 160 opere tra dipinti e disegni che coprono l’intera carriera di Frida Kahlo. Oltre quaranta i ritratti e gli autoritratti, a partire dal primo di una lunghissima serie: “Autoritratto con vestito di velluto” del 1926, dipinto a 19 anni per riconquistare l’amato Alejandro Gòmez Arias. In quest’opera, dipinta dopo il terribile incidente stradale che segnò la sua vita, Frida Kahlo raccolse la lezione di Diego Rivera, suo futuro marito, che attraverso i suoi affreschi le trasmise l’eredità rinascimentale, e si ispirò ad artisti come Botticelli e Bronzino.

Un altro celebre autoritratto in mostra, esposto per la prima volta in Italia, è “Autoritratto con collana di spine”, dipinto nel 1940. In quegli anni la fama di Frida Kahlo iniziava già a diffondersi a livello internazionale: nel 1938 c’era stata la prima personale a New York presso la galleria di Julien Levy, famoso per aver portato in America i surrealisti parigini; nel 1939 seguì una mostra a Parigi, alla galleria Lerou et Colle, organizzata da Breton. E poi nel 1942 espose di nuovo a New York, questa volta nella mostra “Portrait of the 20th Century” al MoMa e nel 1943 in una rassegna di artiste organizzata da Peggy Guggenheim.

In questo periodo Frida Kahlo viene chiamata ad insegnare all’Accademia e attorno a lei si crea un piccolo gruppo di seguaci che si facevano chiamare “Los Fridos”. Nell'”Autoritratto con scimmie”, del 1943, Frida Kahlo si rappresenta come un’insegnante orgogliosa e umoristicamente raffigura il suo gruppo di studenti come delle scimmiette adoranti. Anche importanti collezionisti e mercanti d’arte iniziarono a sostenerla con acquisti e commissioni. Per esempio il ritratto di Marucha Lavín, anch’esso in mostra a Roma, fu commissionato a Frida Kahlo da un suo collezionista, il ricco ingegnere José Domingo Lavín. Per dare enfasi alla figura della moglie di Lavín, Frida Kahlo adottò il formato rinascimentale del tondo.

In mostra ci sono anche diversi disegni, tra cui lo “Schizzo a matita per il dipinto Ospedale Henry Ford (o Il letto volante)” del 1932, e oggetti come il famoso “corsetto in gesso” che teneva Frida Kahlo prigioniera subito dopo l’incidente e che lei dipinse ancor prima di passare ai ritratti. Si tratta di un pezzo unico che fino a poco tempo fa si credeva perduto.

E infine le fotografie. La mostra include i ritratti di Frida Kahlo realizzati da Nickolas Muray, per dieci anni amante dell’artista, tra cui “Frida sulla panchina Bianca, New York, 1939” che è diventato poi una famosa copertina della rivista Vogue, contribuendo a creare il mito Frida Kahlo.

 


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Frida Kahlo, ‘Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri),’ 1943, olio su tela, cm 76 x 61. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca. © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri),’ 1943, olio su tela, cm 76 x 61. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca. © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto con vestito di velluto,’ 1926, olio su tela, cm 79,7 x 59,9. Collezione Privata © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto con vestito di velluto,’ 1926, olio su tela, cm 79,7 x 59,9. Collezione Privata © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti,’ 1937, olio su piastra di rame, cm 31,7 x 35. Collezione Privata © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.
Frida Kahlo, ‘Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti,’ 1937, olio su piastra di rame, cm 31,7 x 35. Collezione Privata © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2014.

Il mercato dell’arte in Italia: arte moderna da Minerva

Mirko Basaldella, ‘Composizione,’ 1954. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Mirko Basaldella, ‘Composizione,’ 1954. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Mirko Basaldella, ‘Composizione,’ 1954. Courtesy Minerva Auctions, Rome.

ROMA – Il 15 aprile si tiene da Minerva a Roma un’asta di arte moderna e contemporanea che include più di 300 lotti. Il catalogo è molto vario, con stime che vanno da poche centinaia di euro a 60.000-80.000 euro per il lotto di copertina, un’opera di Piero Dorazio del 1965 (lotto 249). “È un dipinto importante per le grandi dimensioni (85 x 245 cm), ma anche per la sua storia”, racconta la specialista del dipartimento Giorgia Bava. “L’opera è stata esposta nella retrospettiva del 1975 a Todi, ed è uno dei pochi dipinti inclusi nella biografia redatta da Marisa Volpi Orlandini, l’inizio di un catalogo ragionato che poi non è stato realizzato”.

Accanto a Dorazio, un’altra opera interessante in catalogo è quella di Mimmo Rotella: una composizione particolare del 1993 fatta con rullini fotografici dipinti di rosso che compongono la scritta “Developpe en Positif” (lotto 263, stima €20.000-30.000). Poi c’è Mirko Basaldella, fratello del più noto Afro (e di un terzo fratello artista di nome Dino), con una tela astratta del 1954 di grandi dimensioni (200 x 120 cm) che per la prima volta appare sul mercato dopo essere stata conservata per tanti anni in una collezione privata romana (lotto 272, stima €15.000-18.000).

Tra le sculture ci sono “Un anno d’amore” di Mario Ceroli, un artista ancora sottovalutato (lotto 192, stima €5.000-7.000); “Lettera del Cuore”, un bronzo dorato del 1976-77 di Arnaldo Pomodoro eseguito in soli tre esemplari più una prova d’artista (lotto 268, stima €15.000-20.000); e “Schönberg und Sonnenberg” di Gastone Novelli, una delle poche sculture dell’artista, realizzata in ottone nel 1964 in sole due copie (l’altra è in una collezione privata). Nel 1976, dopo la morte dell’autore, la Marlborough Gallery di Roma ha riproposto questa scultura in una serie di dodici bronzi realizzati in collaborazione con l’archivio dell’artista, ma l’esemplare offerto da Minerva appartiene alla prima serie (lotto 90, stima €2.000-3.000).

Tornando indietro, invece, al primo Novecento, troviamo tre opere di Filippo de Pisis che ripercorrono tutto il suo percorso artistico. Si parte dagli anni 20, con un paesaggio alpestre proveniente da una grande collezionista dell’artista, Giuseppina Ceretti Gussoni. L’opera porta una dichiarazione di autenticità di Demetrio Bonuglia, il quale firmava le autentiche di De Pisis ancora prima di Briganti; come nota Giorgia Bava, “già solo l’autentica è quasi un documento storico!” (lotto 257, stima €24.000-34.000). Poi si passa agli anni 30 con una tela del periodo parigino, il De Pisis più classico e riconoscibile. Si tratta di una rappresentazione del Jardin du Luxembourg con pennellate veloci del 1933, stimata €18.000-24.000 (lotto 236). Infine, degli anni 50 c’è una natura morta con aglio e cipolla (lotto 166, stima €12.000-18.000).

Il catalogo contiene anche un gruppo di opere del Futurismo. Tra queste c’è la matrice di Giacomo Balla utilizzata per il “Vestito bianco-rosso-verde del parolibero futurista Marinetti (Mattino)”, pubblicato nella seconda pagina del “Manifesto Futurista: Il Vestito Antineutrale” dell’11 settembre 1914. È stato acquisito direttamente da Casa Balla per l’attuale Collezione privata di Roma (lotto 209, stima €30.000-40.000).

Accanto ai dipinti e alle sculture, l’asta include una serie di opere su carta, sia disegni che stampe. Nel primo gruppo, uno dei più interessanti è quello di Osvaldo Licini (lotto 147, stima €2.500-3.500). “Licini è un autore raro sul mercato perché ha prodotto poco”, spiega Giorgia Bava, “per cui avere sue opere all’asta, che siano dipinti o disegni, è sempre un piacere”. Il disegno in questione proviene dalla collezione di Caterina Hellstromm Riccitelli, figlia adottiva della moglie di Licini.

Un altro disegno da segnalare è il “Paesaggio” a matita su carta di Giorgio Morandi del 1943 con una bella storia espositiva e di provenienza, molto importante per i collezionisti esigenti di oggi (lotto 148, stima €12.000-18.000), mentre nel dopoguerra troviamo un grande foglio di Giuseppe Capogrossi, un artista che in questi ultimi cinque anni è cresciuto sul mercato, che ha come curiosità quello di essere disegnato su fronte e retro (lotto 151, stima €10.000-15.000).

Tra i multipli troviamo, invece, un bel foglio di Joan Mirò di grandi dimensioni (90,7 x 63 cm) dedicato all’architetto catalano Gaudí; un’incisione ben conservata di cui ci sono solamente 50 esemplari (lotto 5, stima €7.500-10.000).

Nel dopoguerra, spiccano due fogli di Burri, un artista richiestissimo a livello internazionale, di cui un’acquaforte e litografia dalla serie delle “muffe” del 1957 (lotto 49, stima €1.000-1.500) e un multiplo di Victor Vasarely del 1967 (lotto 1, stima €1.500-2.000).


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Mirko Basaldella, ‘Composizione,’ 1954. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Mirko Basaldella, ‘Composizione,’ 1954. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Piero Dorazio, ‘Lungo e alterno,’ 1965. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Piero Dorazio, ‘Lungo e alterno,’ 1965. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Mimmo Rotella, ‘Senza titolo – Developpe en Positif,’ 1993. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Mimmo Rotella, ‘Senza titolo – Developpe en Positif,’ 1993. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Filippo de Pisis, ‘Jardin du Luxembourg,’ 1933. Courtesy Minerva Auctions, Rome.
Filippo de Pisis, ‘Jardin du Luxembourg,’ 1933. Courtesy Minerva Auctions, Rome.

Il mercato dell’arte in Italia: la collezione Bartolozzi all’asta

Courtesy Cambi, Genova.

Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
GENOVA, Italia – Il 12 marzo va all’asta da Cambi a Genova parte della collezione dei celebri antiquari Bartolozzi, attivi a Firenze da quattro generazioni. Si tratta di più di 150 lotti con stime che vanno da €200-250 per una specchiera dorata del XIX sec. fino a €150.000-180.000 per due dipinti a olio tondi di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, artista del Barocco. Un’altra parte della collezione è già stata dispersa da Christie’s a Londra lo scorso ottobre con un risultato totale di £825.875 e percentuali di vendita pari al 51% per lotto e 54% per valore.

La storia della galleria risale al 1877, quando Guido Bartolozzi aprì il suo negozio in un’epoca in cui Firenze era la capitale dell’antiquariato. Oltre alla storica sede al numero 18 di via Maggio, già allora nota per gli antiquari prestigiosi, Bartolozzi acquistò nel 1920 il rinascimentale Palazzo Michelozzi, da allora sede della famiglia.

Nel corso dei decenni l’offerta della galleria è stata tra le più elevate a livello nazionale e internazionale, spaziando tra oggetti, opere, arredi e dipinti di vario genere dal XV al XIX secolo. Pur seguendo l’evoluzione del gusto, ha sempre puntato alla qualità e all’originalità. La galleria ha partecipato alle più importanti mostre di settore, tra cui il Gotha a Parma e la Biennale degli Antiquari di Firenze, a cui Bartolozzi ha partecipato dall’anno della fondazione della fiera, il 1959, fino ad oggi senza saltare nessuna edizione. Il nipote del fondatore della galleria, anche lui chiamato Guido Bartolozzi, ne è stato anche vice-presidente e segretario generale dal 1985 al 2001.

Adesso, colti i mutamenti del gusto e del mercato dell’arte, l’erede della galleria e attuale proprietario Massimo Bartolozzi ha deciso di chiudere il negozio di via Maggio 18 per continuare la sua attività nei prestigiosi spazi di Palazzo Michelozzi esclusivamente su appuntamento. Selezionerà ulteriormente l’offerta per rispondere ad un collezionismo che cerca l’oggetto eccezionale e non più solo per arredamento, e si concentrerà sulla fascia alta del mercato.

Per la casa d’asta Cambi è un onore offrire questa vendita visti anche i rapporti professionali e personali che i fondatori hanno avuto con la galleria Bartolozzi.

“Sono passati quasi vent’anni dal giorno che mi trovai a fianco di Massimo nella conduzione di un’asta”, racconta Matteo Cambi, “all’epoca curavo per la casa d’aste Rubinacci i cataloghi delle vendite di Arte Marinara e lui ne era il banditore. Ricordo nitidamente come la sala fosse colma di partecipanti, le mani che si alzavano in simultanea, le offerte che correvano veloci, e lui riusciva con sapienza a condurre la vendita verso risultati sempre gratificanti. Per me è stato un maestro, la sala non sapeva resistergli (…) È anche per merito di quelle giornate passate assieme che qualche tempo dopo abbiamo deciso di aprire la Cambi Casa d’Aste”.

Il catalogo della vendita include una grande varietà di opere, dalle sculture, all’ebanisteria, ai mobili rifiniti con pietre semipreziose, alle console intagliate e dorate.

Tra i pezzi più importanti, oltre ai dipinti già nominati del Baciccio (lotto 56), ci saranno una coppia di cassettoni Luigi XVI nello stile di Maggiolini (lotto 80, stima €40.000-50.000), una coppia di mori laccati e dorati del XVIII secolo (lotto 115, stima €30.000-40.000), un tavolino da gioco con incastonate scene in pietre dure (lotto 76, stima €15.000-18.000), una piccola scrivania Impero attribuita a Giovanni Socci (lotto 62, stima €15.000-18.000), tre deliziose pergamene (lotto 116, €4.000-4.500), una brocca in maiolica veneziana del XVII secolo (lotto 108, stima €1.000-1.500), sei poltrone in legno intagliato, laccato e dorato, di manifattura siciliana del 1830-1840 (lotto 60, stima €15.000-20.000), una commode francese di Mathieu Criaerd (1698-1776) laccata a cineserie con bronzi dorati (lotto 90, stima €30.000-40.000) e due rari sgabelli girevoli del XVIII secolo (lotto 100, €2.000-2.500).

Il lotto al quale Massimo Bartolozzi tiene di più? Una coppia di antiche gambe di un fratino del XVI secolo (lotto 3, stima €500-600). “Sono originali, le ho da una vita, quasi mi dispiace venderle”.


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Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
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Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.
Courtesy Cambi, Genova.

Il mercato dell’arte in Italia: Aste di Dipinti antichi

Lotto 59: ‘Bona Dea,’ II-III secolo D.C., Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 59: ‘Bona Dea,’ II-III secolo D.C., Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 59: ‘Bona Dea,’ II-III secolo D.C., Courtesy Wannenes Genova.

GENOVA, Italia – Le prossime aste di Wannenes, il 4 e il 5 marzo a Genova, raccolgono arredi, oggetti d’arte e dipinti di due galleristi italiani conosciuti: Claudio Zanettin, fondatore de “La Ruota” a Cortina d’Ampezzo e Gennaro Berger, antiquario di Roma.

Claudio Zanettin ha avuto un ruolo fondamentale a Cortina nell’arredare le case dell’alta borghesia. Dagli anni 50, infatti, quando la città ha ospitato le Olimpiadi invernali del 1956, Cortina ha accolto generazioni di imprenditori, nobili e star del jetset internazionale che hanno scelto questo posto come luogo favorito di ritiro, ed è stata inoltre set di film come la “Pantera rosa” con David Niven e Peter Seller, e “Solo per i tuoi occhi” con Roger Moore nei panni dell’agente 007 James Bond.

In questo contesto dorato, Zanettin, antiquario e interior designer, ha aperto la sua galleria nel 1975. Il suo gusto si è distinto per il carattere eclettico, effervescente e imprevedibile, capace di mischiare oggetti tra loro disparati e di contaminare i generi, esaltando comunque la peculiarità di ogni singolo manufatto. Ha creato numerose collezioni selezionando oggetti che non sono solo autentici, ma anche estrosi, originali, eccezionali, pieni di carattere, che hanno forza emblematica e metaforica.

Tra i suoi clienti ci sono stati nomi come Gianni Versace, Luca di Montezemolo, Pietro Barilla, Gianni e Nicole Bulgari, Elton John e Joan Collins.

Gli oggetti in vendita da Wannenes includono una consolle in legno intagliato e dorato del XVIII secolo (lotto 824, stima €2.000-3.000), una collezione di calamai in argento (lotti 783-798), tre figure di un presepe napoletano del Settecento raffiguranti i Re Magi (lotto 799, stima €1.000-€1.500), una coppia di tempere neoclassiche del XVIII secolo (lotto 708, stima €1.500-€2.000).

Gennaro Berger, invece, ha iniziato la sua carriera a metà degli anni 80 con l’apertura di un laboratorio di restauro ligneo che, nel giro di qualche anno, è diventato una galleria commerciale. Matematico mancato, si è distinto per la sobrietà del suo gusto. Le sue due gallerie a Roma, una in via Margutta e l’altra in Via dei Coronari, gestite insieme all’esperto di dipinti antichi Antonio Fratangeli e al conoscitore di oggetti d’arte e archeologici Nicola Marletta, hanno raccolto oggetti che spaziavano dalla pittura alla scultura, dall’archeologia agli oggetti da Wunderkammer.

Tra i pezzi interessanti dell’asta ci sono la “Bona Dea” romana in marmo (lotto 59, stima €15.000-€20.000), il frammento di sarcofago (lotto 65, stima €18.000-€22.000), il ritratto in miniatura ottocentesco di un giovane con occhiali di Jean Paulin Lassouquere (lotto 275, stima €150-€300), la coppia di torciere in legno intagliato e dorato del XVIII secolo (lotto 71, stima €2.000-€3.000) e la figura neoclassica di Andromeda in avorio (lotto 270, stima €800-€1.200).

Le due aste anticipano la vendita di Dipinti antichi e del XIX secolo di varie provenienze, il 6 marzo. Anche a quest’asta ci saranno opere interessanti come due tavole bolognesi del XVI secolo provenienti dalla collezione di Federico Mason Perkins, storico dell’arte statunitense, raffiguranti un episodio di profanazione (lotti 1110 e 1111, stima per entrambi di €15.000-€25.000).

Le due tavole rimandano ad un peculiare capitolo dell’iconografia poco studiato: erano immagini destinate ad essere esposte in luoghi di culto cristiano per indottrinare i fedeli e affermare il trionfo della chiesa sulla sinagoga. Erano temi diffusi particolarmente in Italia Centrale, nell’ambito dello Stato Pontificio, soprattutto tra il XV e il XVI secolo. Inoltre, queste opere furono studiate dal famoso storico dell’arte Federico Zeri che ha specificato l’origine bolognese-ferrarese dell’autore.

Altri tre dipinti testimoniano, invece, l’evoluzione della pittura nel primo Settecento, dal Barocco al Neoclassicismo. Si tratta di “Nascita della Vergine” di Francesco Solimena (lotto 1080, stima €15.000-€18.000), un’opera caratterizzata da una composizione narrativa e coreografica che risente della cultura teatrale dell’epoca; “Madonna col Bambino e Santi” di Carlo Innocenzo Carloni (lotto 1102, stima €2.400-€2.800), verosimilmente un bozzetto preparatorio per una pala d’altare che presenta un’estrema leggerezza pittorica; e infine una “Scena mitologica” da riferirsi alla Bologna settecentesca (lotto 1103, stima €6.000-€8.000).

Negli stessi giorni anche Babuino a Roma terrà una serie di aste di Arredi e dipinti antichi, del XIX secolo, antiquariato, argenteria e varia. Tra i maestri italiani ci saranno opere di Gian Paolo Pannini e Francesco Monti, ma anche nomi dell’Ottocento, un secolo che sta recuperando terreno sul mercato dell’arte.

Per esempio, ci sarà il “Ritratto di Matilde Tolomei” di Giovanni Boldini, amatissimo ritrattista della Parigi della Belle Epoque, che risale però agli anni precedenti al periodo parigino (lotto 332, stima €6.000-€9.000). Di Francesco Paolo Michetti viene offerto un piccolo dipinto con “Spiaggia” (lotto 345, €3.000-€4.000).


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Lotto 59: ‘Bona Dea,’ II-III secolo D.C., Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 59: ‘Bona Dea,’ II-III secolo D.C., Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 1080: Francesco Solimena, (1657-1747), ‘Nascita della Vergine,’ olio su tela, cm 103 X 108. Stima: €15.000-€18.000. Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 1080: Francesco Solimena, (1657-1747), ‘Nascita della Vergine,’ olio su tela, cm 103 X 108. Stima: €15.000-€18.000. Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 1110: Pittore bolognese del XVI secolo, ‘Episodio della leggenda del Crocifisso di Berytus,’ tempera su tavola, cm 25 X 39,5. Stima €15.000-€25.000. Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 1110: Pittore bolognese del XVI secolo, ‘Episodio della leggenda del Crocifisso di Berytus,’ tempera su tavola, cm 25 X 39,5. Stima €15.000-€25.000. Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 824: console in legno intagliato e dorato, XVIII secolo, con piano in marmo bianco ed inserti policromi, altezza cm 90, larghezza cm 113, profondità cm 51. Stima €2.000-€3.000. Courtesy Wannenes Genova.
Lotto 824: console in legno intagliato e dorato, XVIII secolo, con piano in marmo bianco ed inserti policromi, altezza cm 90, larghezza cm 113, profondità cm 51. Stima €2.000-€3.000. Courtesy Wannenes Genova.

Il mercato dell’arte in Italia: ‘Eyes Wide Open’

Sta per andare all’asta a Londra la più grande e importante collezione di Arte Povera di provenienza unica mai vista in Gran Bretagna. La vendita, con il titolo “Eyes Wide Open: An Italian Vision”, si terrà l’11 febbraio da Christie’s e include più di 100 opere dei grandi protagonisti dell’Arte Povera tra cui Michelangelo Pistoletto, Alighero Boetti, Mario Merz, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone ed Emilio Prini.

Non solo, la particolarità della collezione è che essa esplora anche le radici di questo movimento nell’opera di artisti del dopoguerra come Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Fausto Melotti, e inoltre la sua influenza sul lavoro di artisti di oggi tra cui Cy Twombly, Olafur Eliasson, Anish Kapoor, Tony Cragg, Rosemarie Trockel and Thomas Schütte.

La collezione è stata messa insieme da una coppia di Milano nel corso di 25 anni e riflette da un lato un’indagine estremamente completa e formativa sull’arte italiana e internazionale a partire dall’Arte Povera, e dall’altro una visione profondamente intima e personale.

“L’obiettivo della collezione è stato quello di rincorrere l”energia'”, hanno dichiarato i collezionisti, “forse abbiamo privilegiato quella che scaturisce dalla mente, ma non abbiamo tralasciato quella che sgorga dal cuore. L’Arte italiana del dopoguerra e l’Arte Povera hanno costituito il nucleo centrale che ha dato, per così dire, l’identità alla collezione: artisti straordinari che hanno lasciato il segno”.

La vendita della collezione è stata celebrata dagli esperti. “La più notevole raccolta di arte italiana che io abbia mai visto sul mercato. Mai finora era stata presentata una collezione che mostrasse il ‘prima e il dopo’ dell’Arte Povera con tale profondità”, ha detto Mariolina Bassetti, Presidente di Christie’s Italia, Direttore internazionale per l’Arte del Dopoguerra e l’Arte contemporanea. E racconta: “La prima volta che la vidi, più di vent’anni fa, fui colpita dalla qualità impeccabile di ciascuna opera, dai grandi capolavori di alcuni tra i massimi artisti italiani, fino alle opere minori, più intime, di artisti giovani. E ogni volta che ho incontrato i proprietari mi è stato chiaro come la loro collezione li rispecchiasse; mi colpiva soprattutto il loro modo di scegliere e l’armonia intima che li legava. La loro complicità nelle scelte e nel rapporto personale si riflette anche nel ricorrere di opere doppie o a coppie, come per esempio Lei e Lui, l’autoritratto di Michelangelo Pistoletto con la sua compagna”.

“Lei e Lui” è uno degli highlight della vendita e porta una stima di 600.000-800.000 sterline. È uno specchio con doppio ritratto dell’artista e della sua compagna di vita e collaboratrice artistica Maria Pioppi uno di fronte all’altro. Allo stesso tempo riflette la relazione dei collezionisti e la loro comune passione per l’arte. “In tutti questi anni trascorsi, l’abbiamo amata per quello che è”, hanno dichiarato i collezionisti, “un capolavoro che incontri tutti i giorni, che ti propone due ospiti fissi in casa, diventati ormai due amici silenziosi, sulla cui compagnia puoi sempre contare. Non solo, ma tu stesso puoi pensare di ‘aggiungerti’ a loro, entrando materialmente nel quadro, che accoglie la tua immagine”.

Un’altra opera di spicco è la tela modellata di Pino Pascali intitolata “Torso di negra al bagno”, stimata 1,1-1,5 milioni di sterline. Si tratta di una figura monumentale di donna in costume da bagno (fatto con le coperte dei vagoni letto delle Ferrovie dello Stato), un anti-monumento alternativo alla Venere che nasce dalle acque, a metà tra astrazione e figurazione, tra la scultura e il quadro.

Di quest’opera i collezionisti hanno descritto l’emozione di desiderarla e poi finalmente di possederla, del potere della scultura di insediarsi nella loro casa come una regina, trasformarsi nel centro della casa e irradiare autorevolezza, bellezza, rispetto. “Un’icona dell’internazionalità dell’Arte Italiana”, come l’hanno definita.

E poi ancora, “Piede” di Luciano Fabro, una scultura con un impressionante contrasto tra un piede di bronzo gigante e un’alta colonna di seta azzurra stimata 800.000-1.200.000 sterline. Fa parte di una serie realizzata tra il 1968 e il 1971 ed esposta alla Biennale di Venezia del 1972. Fabro l’ha descritta come un’opera capace di trasformare l’ambiente circostante in un regno fiabesco. I collezionisti la tenevano in biblioteca e la consideravano un’opera capace di dialogare con i libri e creata per far sognare: “Quante volte ho pensato al Piede, comparandolo agli alberi secolari in giardino? Quante volte ho superato questo pensiero, tornando a vederlo come un essere umano aggrappato alla terra, cioè alla vita, e allo stesso tempo che anela al cielo, alla sua grandiosità, al bisogno di crescere e innalzarsi, per essere migliore?”

C’è anche un famoso igloo di Mario Merz (stimato 600.000-800.000 sterline), artista che i collezionisti hanno ringraziato dicendo: “Grazie, Mario Merz, per avere così magicamente dato voce alla poesia e al dolore, alla gioia e alla malinconia, alla solitudine e alla ricerca esistenziale: presenze silenziose dentro ognuno di noi”.

Tra i pezzi del dopoguerra ci sono importanti lavori di Alberto Burri (top lot per stima con una Combustione plastica da 1,7-2,2 milioni di sterline) e Lucio Fontana, mentre tra le opere contemporanee spicca una testa di Thomas Schütte (stimata 450.000-650.000 sterline) che i collezionisti spiegano così: ” Con la testa, Schütte dice tutto dei suoi personaggi, non c’è bisogno di altro: è una sorta di radiografia, una mappa dei sentimenti opposti e delle emozioni contraddittorie che possono attraversare l’animo umano.”


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Il mercato dell’arte in Italia: L’asta di Elsa Schiaparelli a Parigi

© Courtesy Condé Nast / Horst Immobiliare. Horst P. Horst, Elsa Schiaparelli, Paris 1936, stampa su gelatina d'argento, 8 1/4 x 5 3/8 in, firmata a matita sul monte. Stima: € 10.000-12.000 / £ 9,000-11,000 / $ 14,000-16,000.
© Courtesy Condé Nast / Horst Immobiliare. Horst P. Horst, Elsa Schiaparelli, Paris 1936, stampa su gelatina d'argento, 8 1/4 x 5 3/8 in, firmata a matita sul monte. Stima: € 10.000-12.000 / £ 9,000-11,000 / $ 14,000-16,000.
© Courtesy Condé Nast / Horst Immobiliare. Horst P. Horst, Elsa Schiaparelli, Paris 1936, stampa su gelatina d’argento, 8 1/4 x 5 3/8 in, firmata a matita sul monte. Stima: € 10.000-12.000 / £ 9,000-11,000 / $ 14,000-16,000.

PARIGI – Con l’inizio del 2014 torna alla ribalta la leggendaria figura di Elsa Schiaparelli, storica stilista italiana che negli anni 30 ha saputo unire la moda d’avanguardia e l’arte surrealista.

Proprio 60 anni fa Schiaparelli decideva di chiudere la sua maison a Parigi. Ora il suo marchio torna in passerella sotto la guida del giovane stilista italiano Marco Zanini, che presenta a gennaio la prima collezione durante la settimana dell’alta moda parigina.

Sempre a gennaio, il 23, si tiene da Christie’s a Parigi un’asta straordinaria della collezione personale di Elsa Schiaparelli, che include circa 180 lotti tra cui opere d’arte, oggetti d’arte decorativa, mobili, e naturalmente vestiti, sia disegnati dalla stessa Schiaparelli, che tratti dalla sua raccolta di costumi etnici. Le stime vanno da €500 per un singolo oggetto a €60.000-80.000 per una lampada da terra in bronzo di Alberto Giacometti del 1936. La stima totale della vendita ammonta a €800.000.

Passata alla storia come l’inventrice del colore rosa shocking, Elsa Schiaparelli è stata rivale di Coco Chanel e, invece, amica di artisti come Salvador Dalí, Man Ray, Jean Cocteau, Alberto e Diego Giacometti.

Nata a Roma nel 1890 da una famiglia di intellettuali aristocratici, fu mandata in un collegio in Svizzera in seguito alla pubblicazione di un libro di poesie sensuali. Si ribellò e, dopo uno sciopero della fame, le fu permesso di trasferirsi a Londra nel 1913. Nel 1919 si spostò a New York dove conobbe gli artisti dell’avanguardia dadaista, tra cui Man Ray, Alfred Stieglitz e Marcel Duchamp. Nel 1922 si trasferì a Parigi, ospite di Gaby Picabia, moglie dell’artista dadaista Francis Picabia.

Qui Elsa Schiaparelli entrò in contatto con l’ambiente della moda dell’epoca, e in particolare con Paul Poiret, il re della moda degli anni 10. I colori e i ricami rimasero segni distintivi della sua moda in omaggio al suo maestro. Dall’incontro con una rifugiata armena nacque il suo interesse per la maglia e la sua prima creazione: una maglia nera con un fiocco tromp-l’oeil.

Lo stile delle sue prime collezioni era sportivo e innovativo. Presentava colori brillanti, tinte non comuni (tra cui, appunto, il rosa shocking), fantasie futuriste e motivi eccentrici ispirati dal Cubismo e dall’Arte africana.

Nel 1934 si stabilì all’attuale indirizzo, al numero 21 di Place Vendôme. Nel mondo della moda era considerata l’antagonista di Coco Chanel, ma in realtà erano gli stili ad essere opposti, ed entrambe avevano capito che il futuro della moda era il pret-a-porter. Mentre il gusto di Chanel rigoroso, quello di Schiaparelli era ricco e fantasioso, con abiti in vetro, altri ispirati da Dalì, come il cappello a forma di scarpa, l’abito con l’aragosta e il tailleur con le tasche a forma di cassetti. Altri ancora riportavano gli aforismi di Jean Cocteau, oppure temi ispirati all’astrologia.

Proprio uno di questi abiti con le stelle, che furono indossati anche da Marlene Dietrich è tra gli highlight dell’asta di Christie’s: una blusa in seta viola stimata €25.000-30.000. Altri pezzi importanti della vendita sono un gilet ispirato da un viaggio in Texas negli anni 40, un bolero derivato dai matador spagnoli, e una serie di abiti orientali acquistati in Tunisia.

Con gusto eclettico e stravagante, traeva ispirazione da ogni direzione, e ciò si rifletteva anche nell’arredamento della sua casa. Mischiava il barocco e il modernismo, l’esotico e il romantico. Oltre alla lampada di Giacometti, uno degli highlight dal suo appartamento è il ritratto della figlia di Schiaparelli, nota con il soprannome di “Gogo”, realizzato dalla surrealista argentina Leonor Fini, la stessa che realizzò la bottiglia del suo profumo, Shocking, nel 1937 (stima €30.000-50.000).

E poi c’è una serie di dieci ritratti fotografici di Man Ray, tra cui quello che Elsa Schiaparelli scelse per la copertina della sua autobiografia, “Shocking Life” (stima €10.000-15.000). Tra gli highlight c’è anche un separè di Marcel Vertès, probabilmente creato in occasione della presentazione della collezione primavera/estate 1939 ispirata alla Commedia dell’arte, che dimostra la fluidità con cui gli artisti nell’orbita di Schiaparelli passavano da un media e da un genere all’altro (stima €10.000-15.000).

Nel 1940 Elsa Schiaparelli ritornò a New York, dove rimase fino alla fine della guerra. Al suo ritorno il gusto della moda era cambiato e nel 1954 decise di chiudere e si dedicò alla sua autobiografia. Morì nel 1973 ma la sua eredità rimane vitale fino ad oggi.

 


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© Courtesy Condé Nast / Horst Immobiliare. Horst P. Horst, Elsa Schiaparelli, Paris 1936, stampa su gelatina d'argento, 8 1/4 x 5 3/8 in, firmata a matita sul monte. Stima: € 10.000-12.000 / £ 9,000-11,000 / $ 14,000-16,000.
© Courtesy Condé Nast / Horst Immobiliare. Horst P. Horst, Elsa Schiaparelli, Paris 1936, stampa su gelatina d’argento, 8 1/4 x 5 3/8 in, firmata a matita sul monte. Stima: € 10.000-12.000 / £ 9,000-11,000 / $ 14,000-16,000.